SULMONA – Si chiude con la citazione a giudizio di 18 dipendenti comunali l’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti sui “furbetti” del cartellino del Comune di Sulmona; per altri sei, ai quali era arrivato l’invito a dedurre da parte del procuratore generale della magistratura contabile aquilana Erika Guerri, è stata decisa l’archiviazione parziale. Il sostituto Guerri infatti, pur sottolineando comportamenti illeciti sull’uso del badge segnatempo, giudica “non sostenibile la richiesta risarcitoria in sede di giudizio in quanto non è stato possibile quantificare il tempo di assenza dal luogo di lavoro dei dipendenti interessati”. L’inchiesta dei magistrati contabili è la prima a giungere al capolinea e restano aperte ancora quella penale che dovrebbe essere chiusa in questi giorni con le richieste di rinvio a giudizio da parte del sostituto procuratore presso il tribunale di Sulmona Stefano Iafolla e quella amministrativa che, paradossalmente, è quella più indietro di tutte. Un filone che potrebbe rimettere in discussione tutte le singole posizioni. Qui entra in gioco Sylvia Kranz, funzionario pubblico nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, con cui il Comune di Sulmona ha sottoscritto una convenzione. La Kranz nel mese di maggio 2017 ha effettuato il regolare accesso agli atti. Secondo le Fiamme Gialle sarebbero 48 su 102 gli impiegati comunali coinvolti nell’inchiesta sull’assenteismo, quasi la metà della totalità della pianta organica. Nelle immagini delle telecamere nascoste gli impiegati vengono ripresi al bar, a fare shopping o la spesa durante l’orario di ufficio; mentre altri sono stati sorpresi a timbrare più cartellini per volta. Dall’11 febbraio fino all’8 aprile 2016 a Palazzo San Francesco e dal 2 maggio fino al 13 giugno 2016, nella sede di via Pansa, quando il Comune era in mano al commissario prefettizio, i finanzieri si sono affidati a tre telecamere che hanno ripreso tutti gli spostamenti dei dipendenti sia in entrata che in uscita dalle sedi di lavoro.
Andrea D’Aurelio
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