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SULMONA – “A me ha dato enorme fastidio il fatto che sia stato gettato fango su una struttura”. E’ l’ex assessore comunale Cristian La Civita, uscito di scena dall’esecutivo lo scorso 20 aprile, a difendere quei dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta sull’assenteismo. Da 49 indagati si è passati a 24 avvisi di garanzia mentre solo per nove di loro, alla fine, la Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto il rinvio a giudizio. Una vicenda che aveva assunto connotati abnormi, tanto da finire anche sulla cronaca nazionale, ed ora si sgonfia clamorosamente. “Le proporzioni che si sono verificate sono quelle che si verificano in qualsiasi azienda probabilmente anche in quelle private”- interviene La Civita- spiegando che conoscendo più da vicino la macchina comunale ha trovato “persone ligie al dovere che vanno ben oltre i loro compiti”. Ma l’ex assessore si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Non mi è sembrata corretta la posizione assunta da qualcuno che voleva sfruttare questa situazione per un fine personale e politico. E’ il populismo che impera che si può usare in campagna elettorale ma non quando si amministra. Io mi sono schierato a favore dei dipendenti e ho avuto ragione”. Sulla scelta iniziale di procedere con la convenzione con l’unione dei comuni della Bassa Romagna La Civita si era detto favorevole dal momento che- precisa- “appena insediato abbiamo fatto quel tipo di ragionamento perché non avevamo elementi”. Secondo l’ex esponente della Giunta la scelta di procedere poi con l’Upd è stata giusta, diversamente sarebbe stato un errore politico, anche se- ricorda- “quella convenzione non si poteva rinnovare perché avremmo avuto una problematica di bilancio”. La Civita si dice comunque una garantista nel senso che alla fine chi ha sbagliato, se ha sbagliato, dovrà pagare. Per tutti gli altri non usa mezzi termini: “ci sono dipendenti che si danno da fare nonostante la nostra incapacità politica e nonostante una classe dirigente non all’altezza per rimettere a posto quella struttura”.

Andrea D’Aurelio

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