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SULMONA – Sylvia Franz, il funzionario dell’Upd dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, potrebbe rientrare in gioco. In queste ore si sta valutando la possibilità di rinnovare la convenzione, scaduta il 31 dicembre 2017, fra il Comune di Sulmona e l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Alla base del mancato rinnovo ci sarebbero dei problemi tecnici. Non a caso il settore bilancio e ragioneria frena. Fatto sta che ora la situazione va risolta dal momento che il filone disciplinare resta quello più indietro nell’inchiesta. “Abbiamo avviato l’iter per il rinnovo della convenzione. C’è un problema tecnico che stiamo cercando di risolvere rapidamente”- conferma il sindaco di Sulmona Annamaria Casini. Il Comune dovrà comunque costituire l’Ufficio provvedimenti disciplinari previsto per legge. Il filone disciplinare è quello che resta in piedi assieme alle richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Sulmona. Si è chiuso invece il fronte amministrativo con la citazione a giudizio di 18 dipendenti comunali da parte della Procura della Corte dei Conti. Per altri sei, ai quali era arrivato l’invito a dedurre da parte del procuratore generale della magistratura contabile aquilana Erika Guerri, è stata decisa l’archiviazione parziale. Tutto è iniziato con un esposto fatto arrivare alla Guardia di Finanza, proprio da un dipendente del Comune, in cui si evidenziava il cattivo comportamento di molti colleghi che erano soliti assentarsi illecitamente dal proprio posto di lavoro senza permesso, anche con un uso fraudolento del badge per il monitoraggio degli orari di entrata e di uscita dal lavoro. Dall’11 febbraio fino all’8 aprile 2016 a Palazzo San Francesco e dal 2 maggio fino al 13 giugno 2016, nella sede di via Pansa, quando il Comune era in mano al commissario prefettizio, i finanzieri si sono affidati a tre telecamere che hanno ripreso tutti gli spostamenti dei dipendenti sia in entrata che in uscita dalle sedi di lavoro. Se la Corte dei Conti e la Procura hanno stralciato alcune posizioni, l’inchiesta disciplinare potrebbe rimettere tutto in discussione. In quel caso fa fede il regolamento comunale.

Andrea D’Aurelio

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