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L’AQUILA – Gli allevatori Cospa insorgono dopo l’approvazione del calendario faunistico venatorio. “Il nuovo Piano faunistico venatorio è distruttivo per l’agricoltura, e il consiglio regionale abruzzese lo ha votato in modo unanime. Abbiamo lavorato un anno per raccogliere tutte le informazioni necessarie su tutta la regione avendo raggiunto un gruppo di Whatsapp di oltre 200 persone di cui quasi 100 sono capisquadra, senza contare gli anni di esperienza maturati sul territorio al fine di trasferire tutto su un documento e consegnato a tutti i componenti del consiglio regionale. Ieri la sorpresa: tutti i consiglieri, eccetto il movimento 5 stelle che ha abbandonato l’aula, hanno votato unanime cestinando il nostro lavoro mirato alla salvaguardia dell’agricoltura e alla tutela del mondo venatorio.

Durante il consiglio regionale è stato espressamente detto che gli emendamenti erano troppi, quindi troppo lavoro e di conseguenza, CESTINATI!! La stessa cosa faremo noi alla prossima tornata elettorale con i santini! A questo punto pensiamo che le istanze pervenute non le abbiano nemmeno lette, altrimenti si sarebbero resi conto che il piano faunistico redatto dall’Ispra ente statale inutile e dannoso, che ha percepito come rimborso quasi 200 mila euro e senza aspetti scientifici hanno messo veti a non finire a partire dai PATOM. Il PATOM non è altro che l’allargamento delle arre protette, le quali hanno superato il massimo consentito dalla famosa legge157/92, (usata a piacimento), sono la causa principale dei danni in agricoltura… Un’altra cervellotica idea dell’Ispra è stata quella di dividere la regione a metà colorandola di giallo dichiarata all’inizio non vocata, ribattezzata non idonea, quale sia la differenza non è dato sapere!

Secondo l’Ispra e i consiglieri regionali, le associazioni venatorie e agricole, hanno deciso che il cinghiale deve essere eradicato in questa zona gialla.

Questo studio è stato realizzato sovrapponendo la carta dei danni, senza tenere conto delle oasi naturali su infrastrutture realizzate per la bonifica adesso protette dal WWF, come diga di Penne, la diga di piano d’Orta la diga del medio Sangro, a queste si aggiungono tutte le riserve naturali e zone zps dove la caccia è vietata. Proprio in queste zone ci sono i maggiori danni all’agricoltura e agli automobilisti e in queste zone hanno deciso di eliminare la braccata abruzzese uno dei metodi più incisivi per il contenimento dei cinghiali. Tutto questo in funzione della filiera della carne, ma vorrei ricordare che è consentito a tutti i cacciatori di vendere solo tre animali abbattuti, gli altri solo per autoconsumo, gli altri animali dovrebbero essere venduti e il ricavato trasferiti su un conto per il rimborso dei danni.

Fino ad oggi a gestire la caccia e l’agricoltura sono state le associazioni agricole di concerto le associazioni venatorie, ignoranti in materia, a parte la libera Caccia nella persona di Antonio Campitelli che durante l’audizione alla terza commissione, ha rappresentato le sue perplessità sulla funzionalità del piano faunistico riguardante non solo il cinghiale.

Per quanto riguarda il cinghiale è stata adito anche il Cospa Abruzzo, ma purtroppo dall’altra parte i consiglieri avevano le orecchie foderate di prosciutto. Per schiudere le orecchie è bene che la battaglia ora si farà più aspra partendo con esposti alla magistratura il sele-controllo di notte, non consentita dalla Legge nazionale i conflitti di interesse di alcuni tecnici e tanto altro che non stiamo ad elencare. La magistratura avrà da lavorare sodo! Se sarà necessario anche il ricorso al Tar”, conclude la nota degli allevatori.

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