
Scatta la denuncia per il 40enne che la scorsa domenica si è vendicato per l’incendio dell’auto, minacciando con un martello madre e figlio di 52 e 27 anni, in via Della Cona, traversa di corso Ovidio, dove lo scorso 16 marzo aveva preso fuoco la vettura utilizzata dal 27enne. La procura della repubblica di Sulmona ha aperto un fascicolo come atto dovuto e ha iscritto l’uomo sul registro degli indagati, dopo aver raccolto la denuncia di parte delle due persone offese che sono state sentite dai carabinieri della compagnia di Sulmona, comandanti dal maggiore, Toni Di Giosia. Secondo gli inquirenti infatti, almeno in questa prima fase, non ci sarebbero elementi per procedere d’ufficio con la tentata estorsione. Il 40enne rischia quindi un’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e minaccia aggravata dall’uso dell’arma. Stando alla ricostruzione effettuata dai militari, sulla base della denuncia e del racconto di madre e figlio, il 40enne si era recato sotto casa del 27enne, tentando di sfondare la porta e minacciando sia il giovane che i suoi familiari con un martello. Tra le mani aveva una busta di plastica con le forbici all’interno. “Datemi 12 mila euro per ripagare la jeep. Sennò faccio una carneficina”- avrebbe detto il 40enne, riferendosi alla Jeep Renegade bruciata alle cinque del mattino di domenica, in via Patini, a pochi metri dalla chiesa del Crocifisso. Macchina intestata alla madre, utilizzata anche da lui. Le persone offese hanno inoltre riferito che il 40enne indossava una maglia sporca di sangue che avrebbe lavato a casa di uno dei residenti della zona. Per questo i carabinieri hanno effettuato la perquisizione domiciliare a casa di una donna che, tuttavia, ha dato esito negativo. Per gli inquirenti ci sono dei punti da chiarire, a partire dall’arma utilizzata per la minaccia che non è stata trovata. I militari hanno inoltre sentito il 40enne, a carico del quale non ci sono provvedimenti. I carabinieri stanno inoltre cercando di capire se tra l’incendio di via Patini e il “blitz” in via Della Cona ci sia stata anche un’aggressione, viste le chiazze di sangue che il 40enne, a detta di madre e figlio, aveva sulla maglia. “Noi non abbiamo nulla a che fare con l’incendio dell’auto. Abbiamo subito anche noi degli atti intimidatori ma non ci siamo mai fatti giustizia da soli”- hanno riferito il 52enne e il 27enne ai carabinieri. Intanto vanno avanti le indagini sul rogo di via Patini, la cui natura dolosa è quasi certa anche se la prova regina arriverà dagli accertamenti tecnici disposti dalla procura della repubblica di Sulmona che ha sequestrato il veicolo. Le fiamme hanno avvolto prima il parabrezza della Jeep per poi allargarsi man mano su tutto il mezzo, completamente distrutto.