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Anche oggi in Abruzzo è la provincia dell’Aquila, con 179 nuovi casi, quella in cui si registra il maggior numero di contagi, una situazione che va avanti da settimane e ha messo in ginocchio il sistema sanitario con una drammatica carenza di posti letto e di personale.

“La circolazione in provincia dell’Aquila è cominciata durante l’estate con i diffusori individuati con i soggetti più giovani legati ad assembramenti, feste e manifestazioni di socialità”, ha spiegato il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Alessandro Grimaldi. “Poi con le scuole e con il rientro nei nuclei familiari i giovani hanno trasmesso il contagio e le corsie degli ospedali si sono affollate. E’ una ricostruzione che emerge dall’analisi del tracciamento dei tamponi. La circolazione è altissima, soprattutto all’Aquila e ad Avezzano, è come a Milano e in Lombardia, e questo causa una forte pressione sugli ospedali con il sistema che è messo a durissima prova, e la crescita è progressiva. Un grande vantaggio rispetto alla Lombardia nella prima fase, è che conosciamo meglio la malattia e siamo anche meglio organizzati. Come si affronta il problema? Facendo tantissimi tamponi, tracciando persone e circolando poco, ed avviando subito le cure è per coloro che sono positivi sintomatici.  La zona rossa ancora deve ancora dare i suoi frutti, stiamo vedendo una crescita progressiva dell’Rt che fino alla seconda metà di ottobre è stata esponenziale. Speriamo di vedere tra due – tre settimane i risultati delle chiusure. Invito a stare a casa ed uscire solo in caso di necessità improrogabile”.

Finora sono più di 200 i sanitari contagiati negli ospedali della Asl. L’ospedale cittadino è sempre più messo a dura prova dall’emergenza Covid. Ma a pagare le conseguenze di questa sono solo un certo numero di sanitari, un fatto davvero strano. Perché essendo il nosocomio marsicano covid-free, gli ambulatori sono aperti ed alcunio reparti non sono covid. Per cui c’è un numero di personale medico e paramedico costretto a turni massacranti e senza orari, ed un numero, seppur cospicuo, a svolgere un ordinario rallentato.In più c’è un numero in malattia perché contagiato. Ed è ovvio che questa situazione crei maggiori tensioni e risentimenti.

“Come ho spesso sottolineato in questo periodo”, ha commentato l’assessore regionale Guido Liris, “gli ospedali della Marsica hanno bisogno di respirare. Le strutture monoblocco come quella di Avezzano, di Tagliacozzo purtroppo possono essere controproducenti nel combattere un’epidemia. Per questo motivo, le cliniche private potrebbero dare sollievo agli ospedali. Inoltre, hanno già il personale. Premetto che non ci sarà nessun costo per la Regione nell’adottare questa soluzione, che può essere fondamentale per la vita dei cittadini. L’Immacolata di Celano ha già dato la sua disponibilità. Siamo in trattativa con la clinica di Lorenzo”.

Il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, interviene amareggiato sulla questione della macchina dei tamponi, specchio della cattiva gestione della pandemia nella Marsica. Il sindaco racconta che il 16 ottobre scorso, durante l’incontro con le autorità sanitarie per stabilire il drive through all’Interporto, chiedeva che fine avesse fatto la macchina per processare i tamponi del coronavirus destinata alla Marsica e mai arrivata.

La risposta di allora fu che l’apparecchiatura era bloccata in qualche dogana degli stati americani e che, in seconda fase, era stata inviata in Brasile dove ce n’era più bisogno. Arrivata la seconda ondata di covid, del macchinario nemmeno l’ombra. “In realtà – precisa il sindaco di Avezzano- il macchinario non arriverà mai perché abbiamo scoperto che non è stato più ordinato. La direzione della Asl ha deciso di acquistare due macchine (una definita di backup, in caso di rottura di quella in servizio) e dirottarle all’ospedale dell’Aquila. Ancora una volta ribadisco che il macchinario va acquistato e anche velocemente. La Marsica necessita di un macchinario capace di automatizzare una parte del processo di analisi e di aumentare notevolmente il numero dei referti giornalieri. Ricordo che gli esperti hanno sempre ribadito che, in attesa del vaccino, l’unico strumento che permette di salvare delle vite è la prevenzione ed il tracciamento immediato dei casi positivi. Ritengo tale questione – ha sottolineato – cruciale nella corretta gestione della pandemia nella Marsica che richiede un cambio di gestione urgente”.

La verità sarebbe stata tenuta nascosta fino ad oggi sia dal direttore generale della Asl1, Roberto Testa, e dallo stesso presidente della Regione, Marco Marsilio, che in un incontro con la stampa, avvenuto il 4 Novembre scorso all’ospedale di Avezzano, ha ribadito: “La macchina è bloccata negli Stati Uniti”. Ad oggi ancora non si sa che fine abbia fatto lo strumento, sempre che la verità sia dalla parte della Regione: a questo punto, si potrebbe provare con una ‘forzatura’ per sdoganare e sbloccare questa situazione di stallo. Mentre, se fosse vero il contrario e cioè che non è mai stata ordinata, sarebbe l’ennesima presa in giro ai danni della salute dei cittadini.

Stesso problema a L’Aquila, e sulla questione interviene il consigliere regionale, Giorgio Fedele: “A L’Aquila doveva nascere il laboratorio per processare i tamponi. Invece, nonostante i fondi già stanziati che avrebbe dovuto coprire l’esigenza di tutta la provincia dell’Aquila, la Asl non ha investito neanche un euro per il potenziamento degli altri punti analisi del territorio. Ma sono passati 8 mesi e nella provincia dell’Aquila non abbiamo né il laboratorio nuovo all’Aquila né il potenziamento di quelli esistenti negli altri comuni e dobbiamo ancora indirizzare i nostri tamponi all’ospedale pescarese o allo zooprofilattico di Teramo con cui vi è una convenzione di 1 milione di euro. Nel primo caso i risultati arrivano dopo una settimana nel secondo poco meno e poi devono essere inseriti manualmente all’interno della piattaforma telematica: non siamo autosufficienti e le operazioni di tracciamento sono lentissime. Un ennesimo disservizio targato Asl 1. Solo nella provincia dell’Aquila, solo in questa seconda ondata e solo tra gli operatori sanitari ci sono più di 200 contagiati, di cui più della metà dipendenti delle strutture marsicane. Per una mappatura efficace dovrebbero essere eseguiti circa 5000 tamponi al giorno, nella Asl 1 riusciamo a farne al massimo 170. Ma se i pazienti subiscono disagi per il personale la situazione è anche più drammatica. In particolar modo nell’ospedale di Avezzano dove, oltre alle difficoltà più volte denunciate, per tentare di colmare la carenza di personale si registra uno spostamento continuo da un reparto all’altro, ma non tutti hanno la formazione per gestire casi covid e norme anticontagio. Stiamo combattendo una guerra contro il virus e lasciamo che le nostre trincee siano luoghi pericolosi e facciamo andare in battaglia i nostri soldati senza equipaggiamento – conclude il 5 stelle – io non mi sono mai fermato e mai mi fermerò a denunciare quanto accade perché solo mantenendo il faro puntato su quello che sta accadendo possiamo sperare di trovare soluzioni. Lo dobbiamo ai pazienti e lo dobbiamo ai nostri sanitari che vivono ogni giorno situazioni di terribile disagio”.

 

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