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Dal sindaco di Molina Aterno, Luigi Fasciani, riceviamo e pubblichiamo:

“Sono passati esattamente 10 anni dalla “Manovra d’estate” del 13 Agosto 2011 che interveniva duramente sui Piccoli Comuni, in particolare su quelli sotto i mille abitanti, e sulle Piccole Province. Un taglio netto dall’alto che non teneva conto delle esigenze dei territori. 1970 Comuni e 36 Province in meno, questo doveva essere il risultato. Erano gli anni del centralismo, della recessione economica e del successo mediatico di inchieste giornalistiche sui costi della politica e la “manovra d’estate” aveva come obiettivo quello di colpire le “Poltrone”, ma finiva per mortificare solo il lavoro di noi amministratori locali, ben lontani dai privilegi della casta, chiamati a confrontarci con le questioni più disparate e più disperate che i cittadini ci chiedono di risolvere.Una manovra senza alcun beneficio per la spesa pubblica, ma che dava un vero e proprio colpo all’impegno, alla rappresentanza e alla democrazia. Solo una mobilitazione da parte degli Enti Locali e delle loro associazioni- Uncem, Anci, Anpci- contro le decisioni assunte dal Governo ha evitato che si arrivasse all’accorpamento dei Piccoli Comuni. Una pagina buia della nostra storia. Uno spiraglio ha rappresentato la legge sui Piccoli Comuni, L.158/2017, che li ha individuati come essenziali e che però ad oggi in molte parti risulta ancora inattuata.
Da allora dieci anni travagliati, caratterizzati da continui tagli alle risorse degli Enti Locali. Ad oggi con gli scenari che si presentano totalmente diversi a quelli di 10 anni fa, con l’attenzione della politica Nazionale sui Piccoli Comuni, sulle aree interne e quelle montane è possibile porre rimedio ai vari pasticci legislativi e organizzativi degli ultimi anni e ripartire dagli Enti territoriali, che tra tutte le istituzioni sono il primo punto di riferimento per i cittadini. Gli enti più vicini ai cittadini sono quelli che meglio sanno rispondere e farsi interpreti delle loro esigenze. Dal basso all’alto, con un lavoro sinergico tra le istituzioni centrali e quelle locali. È questo che bisogna fare e che oggi è possibile fare. Occorre lavorare in questa direzione. I Piccoli Comuni sono il futuro del nostro Paese”. (Red)

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