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“Il consorzio di bonifica Aterno spende 20 mila euro di traffico telefonico e i contadini pagano!”

La denuncia e di Dino Rossi, portavoce dell’associazione di allevatori Cospa il quale scrive in una nota:

“Spero che i consiglieri regionali abbiano dato uno sguardo all’albo pretorio del Consorzio Aterno per rendersi conto di come svaniscono nel nulla i soldi dei consorziati, basta dare uno sguardo sul link http://www.cbaternosagittario.it/index.php/provvedimenti/provvedimenti-organi-di-indirizzo-politico e cliccare l’annualità e la voce deliberazioni amministrative deputazione.

Vi consiglio vivamente di sedervi prima di aprire per poi leggere le fatture dicembre 2017 e il 2018 di Wind e Tre perché il conto è sbalorditivo.

Udite udite cari consorziati, il nostro consorzio spende solo di telefonini la bellezza di 14.398,23 euro l’anno, senza contare il canone dei telefoni fissi.

Modestamente non me la sono sentita di continuare a fare l’addizione delle fatture per la rabbia che mi è venuta, se si pensa che le fatture della telefonia mobile nel periodo invernale è uguale al periodo di quello estivo, quando il consorzio non dà il servizio irriguo.

A questo punto un dubbio ci assale: è possibile che il consorzio usa i tasti dei telefonini per pompare l’acqua negli invasi di Ofena?

E Capestrano al posto dell’energia elettrica facendo lavorare duramente con i pollici gli operai? Oppure cari signori consorziati, qui c’è da pensar male e ci si azzecca quasi sempre: il consorzio rimane aperto pure la notte per vedere i film a luci rosse via internet?

Possibile che la deputazione voluta da Gerosolimo non si è resa conto delle spese folli?  Adesso la moglie chiede un consiglio straordinario sul consorzio per fare chiarezza: Sono forse separati in casa?

Non ci dimentichiamo che nel direttivo del consorzio ci sono altri membri nominati dalla politica regionale come referenti: cosa hanno riferito visto che è stato convocato un consiglio straordinario solo per buttare fumo negli occhi dei contadini super tartassati? Andiamo avanti signori consiglieri della regione Abruzzo di ogni ordine e grado: se si da uno sguardo approfondito ci accorgiamo che sono stati aperti dei contenziosi già persi in partenza con parcelle onerose.

E non finisce qui! La diga di Capodacqua costruita a beneficio dei contadini della vallata, improvvisamente viene ceduta con diritto d’uso al comune di Capestrano che stranamente l’affida ad una ditta a trattativa privata.

È usuale di tutti i consorzi abruzzesi affidare le strutture realizzate per i contadini ad associazioni come il Cogestre e altri senza pagare un euro di canone, soldi che potrebbero essere utilizzati per abbassare la tassa sulla bonifica dei consorziati che si trovano ad affrontare la crisi economica agricola. Inoltre la regione Abruzzo da anni non finanzia più i consorzi, ma trova i soldi a favore di queste associazioni che insediano in queste strutture artificiali facendo credere che sono oasi naturali.

Certo che è davvero strano se si pansa che le associazioni ambientaliste fossero esistite all’epoca, realizzare queste strutture sarebbe stato impossibile, ora si sono appropriati del nido, come il cuculo. È ora di rivedere il tutto e queste associazioni devono iniziare a pagare come tutti i consorziati e la corte dei conti faccia i conti!”

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