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La pandemia crea pressione sugli ospedali e reparti non covid vengono riconvertiti, come Cardiologia e oncologia. La Società italiana di cardiologia lancia l’allarme perché sospendere gli ambulatori cardiologici, i reparti e le unità di terapia intensiva coronarica (Utic) può avere conseguenze gravissime con l’aumento delle mortalità dei pazienti cardiologici. Così come il covid potrebbe impattare maggiormente su questi pazienti fino al decesso.

Infatti, il rinvio di visite, controlli e ricoveri per interventi di angioplastica coronarica e di altre procedure elettive, sommandosi ad arretrati difficili da smaltire, rischia già dal prossimo mese di portare ad un aumento della mortalità e della disabilità superiore a quello della prima ondata, a cui si aggiunge un rischio due volte maggiore di non sopravvivere al virus per chi soffre di malattie cardiovascolari.

Non è diversa la situazione per i pazienti oncologici i quali, la maggiorparte, non sono andati in ospedale per paura del contagio e non hanno potuto ricevere un’adeguata assistenza territoriale. Gli screening per la prevenzione sono bloccati perché il personale che dovrebbe far partire gli inviti è impegnato nell’emergenza Covid. Ritardi preoccupanti, che possono determinare diagnosi in fase più avanzata nei prossimi mesi.

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