
C’è una voce che arriva da Via Francesco Amorosi, ad Avezzano, e che chiede di essere ascoltata. È la voce di un quartiere dimenticato, di cittadini che da vent’anni attendono di vivere in una strada degna di questo nome. L’appello del Comitato di quartiere è chiaro e toccante: qui non si tratta solo di buche, fogne o lampioni spenti. Si tratta di dignità. In questa parte della città, infatti, mancano ancora l’illuminazione pubblica, i marciapiedi e un manto stradale sicuro. Nel frattempo, le tasse vengono pagate, i rifiuti raccolti, e i bambini del Centro San Domenico camminano ogni giorno lungo una via pericolosa, senza protezione. È l’immagine di un’incompiuta urbana che diventa simbolo di una frattura sociale: quella tra chi vive al centro dell’attenzione e chi resta ai margini, nel silenzio. Le disuguaglianze, infatti, non si misurano solo nei redditi. Esistono anche nella geografia delle nostre città, dove alcune strade sembrano non esistere, dove i cittadini vivono in spazi sospesi, non finiti. Via Francesco Amorosi è uno di questi luoghi: un “non-luogo” dentro i confini di Avezzano. Sinistra Italiana – AVS area Marsica ha scelto di raccogliere e sostenere le richieste del Comitato di quartiere, chiedendo al Comune un intervento urgente per riparare la rete fognaria, realizzare marciapiedi sicuri lungo via Francesco Ruggieri, completare l’asfaltatura e installare finalmente un impianto di illuminazione pubblica adeguato. Non si tratta di pretese, ma di diritti. Non sono lamentele, ma richieste di giustizia quotidiana. Perché una città non si misura solo dalle sue grandi opere, ma dal rispetto che dimostra verso chi abita le sue periferie. È lì, ai margini, che si vede la qualità di una comunità: nella capacità di ascoltare chi ha meno voce, di non lasciare indietro nessuno. Oggi, Via Francesco Amorosi chiede solo questo: di tornare a far parte di una città intera, non divisa.
E la risposta del Comune non può più attendere.









