

L’arma trovata nella pertinenza della sua abitazione non era di provenienza clandestina. E’ giunto a questa conclusione il perito incaricato dalla procura della repubblica di Sulmona per l’inchiesta su armi e droga che riguarda il 25enne, M.D.M., arrestato lo scorso 31 marzo dai carabinieri della compagnia di Castel di Sangro, comandati dal capitano, Giuseppe Testa. L’uomo era stato fermato con quasi cento grammi di fumo in casa oltre al kit dello spaccio, ovvero un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento della sostanza. Ma in una pertinenza, adiacente all’abitazione, i militari avevano trovato anche un vecchio fucile sprovvisto di matricola, ritenuto inizialmente di provenienza illecita e quindi con possibilità di rendita economica. Per questo, oltre all’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il 25enne era stato indagato anche per ricettazione. Il giovane, dopo l’arresto in flagranza di reato, era stato ristretto ai domiciliari. Misura cautelare che il giudice per le indagini preliminari, Francesca Pinacchio, ha sostituito ieri con l’obbligo di firma, che equivale ad una remissione in libertà. La procura infatti, dopo aver ordinato una perizia tecnica sull’arma, ha accertato che si trattava di un fucile datato, uno di quelli senza matricola. Per questo l’accusa è stata derubricata in porto abusivo d’arma come pure, in riferimento allo spaccio, la contestazione è stata allentata con la lieve entità, come richiesto dagli avvocati Naike Cascini e Guido Colaiacovo. Arresti revocati e indagini al fotofinish. Il 25enne torna in libero in attesa, probabilmente, di essere processato