SULMONA – Si infittisce il mistero sull’incendio doloso perpetrato la notte scorsa, in viale Costanza, ai danni di due auto parcheggiate nelle vicinanze di una palazzina. Le indagini coordinate dalla compagnia dei Carabinieri di Sulmona vanno avanti a tutto campo ma, dopo la rabbia e le fiamme, inizia la conta dei danni nel quartiere ancora sotto shock per l’ultima notte di fuoco in città . Oltre alle due auto distrutte, una Bmw e una Fiat Panda, l’incendio ha fatto esplodere anche la vetrina di un’attività commerciale. A fare l’amara scoperta è stata l’esercente ieri mattina. Anche l’insegna di un’altra attività risulta completamente danneggiata, senza contare il rischio esplosione che poteva arrivare dal contatore del gas collocato nei pressi del luogo dove è stato appiccato il rogo. La natura dolosa dell’incendio deve essere ancora accertata dalle risultanze delle verifiche svolte sul posto dai Vigili del Fuoco di Sulmona ma le indagini si stanno concentrando proprio su quel binario, che resta il più accreditato, dopo l’esito dei primi rilievi. Da quando si è appreso le fiamme sarebbero partire dalla Bmw di proprietà di un 63 enne, ex agente penitenziario, per poi lambire la Fiat Panda di proprietà di una donna. Il copione è quello già noto: prima il rumore-boato, poi il fuoco, le urla, la chiamata al centralino del 115. E’ un incendio che non sembra seguire un particolare filone, senza movente nè spiegazioni, collocato completamente al di fuori del triangolo di via Avezzano-via XXV Aprile e via Cornacchiola. I Carabinieri hanno sentito a sommarie informazioni le due vittime che avrebbero riferito di non aver ricevuto intimidazioni o avvertimenti nell’ultimo periodo. D’altronde si tratta di due persone stimate e tranquille. I militari hanno interrogato anche il vicinato, alcuni familiari delle vittime, altre persone della palazzina, per raccogliere eventuali indizi ed elementi utili all’attività investigativa. Si riapre il libro nero degli incendi. Sono una sessantina le auto incendiate negli ultimi dieci anni in città , quasi tutte legate al famigerato “triangolo del fuocoâ€, ma la gran parte degli incendi sono rimasti impuniti.
Andrea D’Aurelio