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SULMONA – “Vogliamo che Sulmona rifletta quello che è e che è sempre stata”. E’ questo lo slogan che ha spinto l’associazione italocanadese Valle Peligna, guidata dal Presidente Aldo Di Cristofaro, a finanziare il restauro del busto dell’insigne filosofo e giurista Giuseppe Capograssi, collocato nell’area verde adottata dalla cooperativa Omnia e dalla testata giornalista di Reteabruzzo.com. Con una breve e partecipata cerimonia questa mattina è stato quindi riconsegnato alla città di Sulmona il busto restaurato di Capograssi, riportato all’originale splendore grazie al professionista sulmonese Gabriele Malvestuto (assente per motivi di lavoro, a farne le veci è stato il padre Umberto). “Oggi l’associazione ha dato un contributo che va oltre il restauro: prendersi cura di uno dei nostri monumenti più importanti, dimostra nei fatti come una comunità di abruzzesi in Canada mantenga saldo il legame con le proprie origini. Un esempio da tener presente, in quanto solo insieme si può far progredire la nostra comunità”- ha detto il sindaco Annamaria Casini intervenuta alla cerimonia assieme a diversi imprenditori di Sulmona, fra i quali Pasquale Di Toro che è stato il primo a mettere le mani su quel busto senza danneggiarlo e dei paesi della Valle Peligna emigrati in Canada e in America, come Filippo Frattaroli, Domenico Susi, Feliciano Pingue. Un bel gesto, nel segno del forte legame tra chi tanti anni fa partì oltreoceano e la propria terra d’origine. E’ stata sottolineata, inoltre, l’importanza di un territorio nel non dimenticare mai i suoi figli, partiti con grandi sacrifici, consentendo alle nuove generazioni di conoscerne e comprenderne il significato, mantenendone vivo il valore. La cerimonia, aperta con l’esecuzione degli inni nazionali di Italia e Canada, è stata coordinata dal direttore di Reteabruzzo, Giuseppe Fuggetta, promotore dell’iniziativa tra i gestori dell’area verde in cui insiste il monumento assieme al Presidente della cooperativa Omnia, Claudio Lattanzio. Entrambi hanno risposto all’appello lanciato a suo tempo dal Comune per restituire ordine e decoro a un angolo della città che spesso cadeva nel più completo abbandono.

Andrea D’Aurelio

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