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SULMONA – Un surreale venerdì santo che ha lasciato sgomento, tristezza e tanta nostalgia. Vedere le piazze e le strade cittadine, completamente deserte, fa sicuramente un certo effetto. Noi di onda tv, che da oltre un trentennio trasmettiamo i riti pasquali, non potevamo far passare la serata del venerdì santo come se nulla fosse. Con le immagini di archivio e repertorio abbiamo cercato di colmare un vuoto, riempirlo di aneddoti ed emozioni, ripercorrendo le ultime tre edizioni della Processione nella diretta televisiva che è stata seguita anche dall’esterno e da fuori regione. Ad accompagnarci nel percorso a ritroso è stato il giornalista Giuseppe Fuggetta, Direttore di Reteabruzzo e confratello trinitario, che è entrato nel merito delle varie curiosità storiche, tutte contenute nella sua pubblicazione. All’imbrunire si è svolta una Via Crucis con meditazione, presieduta dal vescovo di Sulmona, Michele Fusco, a porte chiuse nella chiesa della SS.Trinità. Con il vescovo hanno partecipato il cappellano dell’Arciconfraternita della SS.Trinità, don Gilberto Uscategui, il rettore trinitario, Antonio Di Nino e i lettori delle meditazioni, con le suore a servizio della chiesa trinitaria. In strada un silenzio irreale ha preso il sopravvento sul consueto canto del Miserere che nella stessa ora avrebbe accompagnato, come ogni anno da secoli, la Bara del Cristo Morto, seguita dalla statua della Madonna Addolorata, con il Tronco, la grande croce vellutata che apre la processione del Venerdì Santo. Intanto a distanza dalla chiesa trinitaria e da Sulmona il complesso bandistico Città di Introdacqua, che ogni anno accompagna la processione del Cristo Morto, ha voluto da parte sua rinnovare ugualmente la tradizione suonando la marcia funebre. Graditissimo l’omaggio del coro trinitario che, nella versione online, ha riproposto il brano del Miserere che ha fatto il giro dei social e ha rinnovato i brividi e la pelle d’oca. La mancanza del venerdì santo sulmonese si è sentita e si sente. Ma il cordone ombelicale con il rito secolare, grazie al “miracolo” televisivo, non è stato reciso. La processione è venuta meno ma il senso della medesima resta saldo. E’ stata una serata epocale che fra qualche anno sicuramente ricorderemo.

Andrea D’Aurelio

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