
Dietro le quinte del Teatro Stabile d’Abruzzo (TSA) non ci sono solo sipari e applausi, ma una macchina organizzativa e creativa che lavora sodo per portare cultura e bellezza in una terra complessa come l’Abruzzo. Un impegno che ora riceve un riconoscimento importante: nella valutazione triennale (2025-2027) della Commissione Consultiva del Ministero della Cultura, il TSA guadagna il decimo posto nella categoria Teatri delle Città di rilevante interesse culturale. Un passo in avanti significativo — su venti organismi teatrali finanziati — che premia qualità artistica, progettualità e radicamento sul territorio. Dietro questo risultato c’è la direzione artistica di Giorgio Pasotti, che con la sua visione ha portato nuova linfa. «Il nostro territorio è frammentato, non sempre facile da raggiungere e da mettere in rete — spiega Pasotti — ma stiamo cercando di superare i limiti geografici con una programmazione attenta, spettacoli che parlano alle persone e linguaggi contemporanei che reinventano i grandi classici.» L’obiettivo non è solo fare teatro, ma farlo bene: percorsi aperti, produzioni inclusive, ricerca di meraviglia ed emozione, senza rinunciare alla profondità dei contenuti. «Siamo un teatro che si misura con la realtà, che rispetta le persone che ci lavorano e il pubblico che ci sceglie — continua Pasotti — questo riconoscimento ci sprona a consolidare l’immagine di uno Stabile serio, credibile e aperto.» Se l’arte è cuore, i numeri sono la spina dorsale. Ed è qui che il TSA mostra un altro punto di forza: un bilancio sano, senza squilibri, frutto di un equilibrio tra visione artistica e sostenibilità economica. «Crescere nella qualità e rimanere in regola con i conti non è scontato — sottolinea il presidente Miska Ruggeri — ma è possibile grazie al dialogo continuo tra Regione Abruzzo e Comune dell’Aquila, soci fondatori dello Stabile. Questa sinergia porta a decisioni ragionate e progetti che guardano al futuro.» Dello stesso avviso Leonardo Bizzarri, delegato alla Direzione Amministrativa: «Il punteggio del Ministero premia chi, con passione e competenza, lavora ogni giorno per far camminare insieme creatività e concretezza. Abbiamo puntato sulla qualità degli artisti, sulle reti nazionali e sulla nostra identità locale. E continueremo così, con serenità.» Il decimo posto in classifica non è un punto d’arrivo, ma un segnale: l’Abruzzo del teatro c’è, cresce e guarda lontano. Con una comunità di professionisti, ma anche di spettatori che scelgono di farsi emozionare. Perché la cultura — quando è viva — non resta ferma mai.