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Il tempo di un sospiro di sollievo, di una boccata di ossigeno che tutto finisce in mezza giornata. Dopo l’annuncio dei posti letto per pazienti covid da parte della clinica Immacolata di Celano arriva la sconferma da parte dello stesso direttore generale della clinica, Paolo Favari, che aveva dichiarato: “La richiesta delle istituzioni regionali, accolta con senso di responsabilità e consapevolezza della gravità del momento, testimonia la qualità del nostro ospedale, che può contare su personale preparato e di una solida organizzazione in grado di fronteggiare l’emergenza sanitaria”.

L’Immacolata era stata scelta dalla Regione quale importante punto di riferimento in grado di garantire 76 posti letto per la degenza di pazienti Covid positivi non gravi (ovvero quei pazienti che presentano sintomi relativamente lievi e non necessitano di supporto respiratorio e di ricovero in terapia intensiva) al fine di  decongestionare e supportare l’ospedale civile di Avezzano.

Il sindaco Santilli, si era impegnato con costante attenzione e determinazione  perché venissero garantiti i migliori servizi e le massime condizioni di sicurezza degli operatori e dei pazienti
Covid positivi non gravi.

I consiglieri comunali di Celano Gesualdo Ranalletta, Calvino Cotturone e Angela Marcanio si erano fermamente opposti alla trasformazione della clinica in covid hospital.  “Fermatevi, non è questa la soluzione, il nostro ospedale sia potenziato ed utilizzato per quei pazienti con patologie meno delicate ma che comunque necessitano di cure fondamentali. Pur riconoscendo la gravità della situazione nella Marsica ed apprezzando lo sforzo a trovare soluzioni”, sottolineano, “la nostra proposta è chiara ed alternativa, adatta alla esigenza di drenare il peso dell’ospedale di Avezzano ma che al contempo, risponda alla necessità di mantenere un presidio nel territorio marsicano cosiddetto Covid Free, capace di dare risposte adeguate a quelle patologie che, nonostante il coronavirus, necessitano quotidianamente di cure e di attenzioni sanitarie e la clinica, lo ha già dimostrato, ben si adatta a tali esigenze. La nostra città, spiegano ancora i componenti del gruppo consiliare ‘per Celano’, non può essere la sola a pagare la mancata rete ospedaliera covid. Il raggiungimento dell’intesa tra la Asl provinciale dell’Aquila e la proprietà della casa di cura”, precisano, “nel totale silenzio di un pronunciamento da parte dell’amministrazione comunale, non ci convince e soprattutto ci vede preoccupati per l’assenza di garanzie per il futuro. Non è chiaro che tipo di adeguamenti strutturali sono in corso in queste ore; quali le tutele per gli operatori sanitari, del personale e per gli altri degenti, sono note infatti le carenze strutturali e logistiche per ospitare i pazienti affetti da coronavirus; e se soprattutto, tale intesa incida negativamente con le trattative in corso relative ad un passaggio di proprietà della clinica stessa. In questi giorni stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte dei nostri concittadini e dei diversi fruitori dei servizi che offre la casa di cura L’Immacolata che si dicono allarmati per tale decisione, noi ci uniamo a loro e, in questa ottica, chiediamo che l’intero consiglio comunale di Celano sia informato e si esprima su questo argomento”.

Ma oggi pomeriggio, nonostante la disponibilità manifestata dalla Casa di Cura l’Immacolata, sono emersi una serie di impedimenti tecnici che hanno reso impossibile la conclusione dell’accordo che prevedeva la trasformazione della Clinica in Covid Hospital. Pertanto, “L’Immacolata” proseguirà con l’attività ordinaria, nella totale sicurezza per pazienti e operatori, rimanendo un centro Covid free. L’impegno dell’Associazione Opera Santa Maria della Pace per sostenere la sanità marsicana rimane immutato, nel pieno rispetto delle norme vigenti.

Un giallo, molti dubbi, ma adesso è tutto da rifare.

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