ANCONA – La nave da crociera Costa Magica è finalmente entrata nel porto di Ancona dove dall’altro giorno si stanno svolgendo accertamenti sullo stato di salute dei 617 membri dell’equipaggio ancora a bordo in vista della loro progressiva evacuazione. 130 sono risultati positivi al Covid-19. Ma in quella nave in quarantena, “osservata speciale” nelle ultime settimane, continua a lavorare anche il medico originario di Pratola Peligna, Rocco Santilli, che proprio in queste ore sta gestendo l’ultima fase dell’emergenza. Dopo un viaggio di oltre 40 giorni tra Caraibi, oceano Atlantico e Mediterraneo, la Costa Magica e i suoi 272 metri di lunghezza hanno fatto ingresso nei giorni scorsi al porto di Ancona. La nave resterà ormeggiata alla banchina 19 all’incirca un mese, il tempo di svolgere i tamponi a tutti, attendere l’esito e lasciare a Costa l’onere di organizzare il rimpatrio dell’equipaggio. E mentre quello che rappresenta uno dei tanti casi internazionali, amplificati dall’emergenza Covid19, c’è chi continua a lavorare con professionalità e abnegazione per garantire la sicurezza sanitaria sulla nave dove si sono registrati un centinaio di casi di Coronavirus. E’ il caso del medico pratolano, che vive a Pescara, ma che negli ultimi quaranta giorni è stato in trincea al pari degli altri. Su quell’equipaggio ha dovuto assistere le persone e dare manforte a tutte le operazioni di tipo sanitario. E’ un’esperienza particolare, che lascia il segno e ti tocca nel profondo. Non a caso Santilli, che continua a seguire l’evoluzione di misure e decreti anti-Covid, si è espresso dal suo profilo facebook sulla tanto attesa fase due. “Dalla mia attuale esperienza sul Covid-19, sarei cauto nell’anticipare alcune riaperture. Non mi sembra che in Italia la situazione tamponi sia soddisfacente ed alcuni soggetti potrebbero avere fasi di riacutizzazione. Il mio consiglio è di rimanere a casa il più possibile, ovviamente per chi può. Consiglio di un medico che ha conosciuto la bestia Covid-19”- ha scritto il pratolano. Un’opinione del tutto personale che arriva però dal fronte della nave in quarantena. Perché gli “eroi” dell’emergenza non si trovano solo in ospedale e nelle strutture sanitarie.
Andrea D’Aurelio
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