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SULMONA – Sette mesi di reclusione (pena sospesa) per M.D.M. e dieci mesi di reclusione per G.B ( senza la sospensione vista la recidiva specifica) oltre al pagamento delle spese processuali. E’ questa la condanna comminata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona a due giovani, residenti nella costa abruzzese, che imbrattarono i muri di alcuni immobili collocati lungo corso Ovidio, in occasione della manifestazione pacifica contro la centrale di compressione Snam, svoltasi a Sulmona il 21 aprile 2018. Tre i reati contestati ai due giovani imputati: deturpamento e imbrattamento di cose altrui, rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale. Secondo l’imputazione i due, utilizzando una bomboletta spray, avrebbero imbrattato le pareti di alcuni immobili del centro storico con la scritta: “fasci appesi no snam no snam la distruggeremo”, utilizzando un simbolo di matrice anarchica. Entrambi avrebbero inoltre opposto resistenza agli operatori della Digos che stavano procedendo all’identificazione, senza fornire le proprie generalità. Una protesta, quella dell’aprile di quattro anni fa, che richiamò la presenza di circa 12 mila persone nel capoluogo peligno per dire no all’insediamento della centrale. Per i due però scattò la denuncia. Ieri la condanna del Tribunale.

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