
“Signor giudice, chiedo solo una cosa: mi mandi al mare. Terrò il telefono sempre acceso e reperibile”. È l’incredibile richiesta che è arrivata ieri da D.E., detenuto napoletano di 50 anni, finito alla sbarra per gli atti persecutori nei confronti di una neo maggiorenne di Castel di Sangro. Il 50enne, che aveva violato il divieto di dimora nel capoluogo sangrino, è finito in carcere nei giorni scorsi, non avendo un domicilio idoneo. Ieri, nel corso della prima udienza del processo, ha reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice. La surreale richiesta di avere un permesso per andare al mare, nonostante la detenzione, ha spinto il suo avvocato, Alessandro Tucci, a chiedere ed ottenere una perizia psichiatrica dal giudice, Irene Giamminonni. Il perito dovrà chiarire se l’uomo era capace d’intendere e volere al momento del fatto. Per quattro mesi, secondo l’accusa, aveva perseguitato la neo diciottenne con appostamenti, telefonate, pedinamenti e comparse nella sua festa di compleanno