
Un pomeriggio di confronto acceso e partecipato quello che si è svolto ieri nella sede della CGIL di Sulmona, dove cittadini e associazioni hanno discusso del progetto dell’inceneritore promosso dalla Get Energy. Un progetto che, secondo i relatori, rappresenta un pericolo concreto per la salute e per l’ambiente della Valle Peligna. Augusto De Sanctis, responsabile del Forum H2O, ha illustrato nel dettaglio i motivi della contrarietà. L’impianto prevede infatti la realizzazione di sei camini destinati a immettere nell’aria i fumi derivanti dalla combustione di rifiuti urbani, plastica e pneumatici. Si parla di circa 45mila tonnellate annue di scarti trattati, di cui solo una piccola parte verrebbe effettivamente riciclata, mentre il resto finirebbe comunque in discarica. Non solo: nei documenti analizzati sono emerse incongruenze e dati discordanti. Alcuni testi parlano di emissioni più contenute e di filtri sui camini, mentre nelle carte inizialmente secretate dalla stessa azienda i numeri risultano raddoppiati. Anche la valutazione di impatto ambientale, condotta in maniera autonoma dalla società, appare superficiale: un solo campione analizzato, senza il coinvolgimento di enti indipendenti o accreditati. Un’opera che promette appena 12 assunzioni, a fronte di rischi ambientali enormi. “Non c’è alcuna prospettiva di beneficio – ha denunciato la consigliera comunale Lucia Margiotta – ma solo pericoli per la salute dei cittadini e un ulteriore colpo a un territorio già provato dalla gestione dei rifiuti”. Il progetto è ora al vaglio della Commissione VIA in Regione. Ma la mancanza di un chiaro segnale politico, evidenziata anche dall’assenza di rappresentanti regionali all’incontro di ieri, alimenta timori e sfiducia. La sensazione diffusa è che Sulmona e la Valle Peligna rischino di diventare la “discarica della provincia”. Da qui l’appello: mobilitarsi e far sentire con forza le ragioni del no. Perché – ribadiscono i contrari – l’inceneritore non porta opportunità, né sviluppo, né lavoro, ma solo inquinamento e nuove ferite per il territorio.









