

Non lavoreranno più, fianco a fianco con i colleghi, due dei quattro agenti che avevano indagato sui poliziotti della Stradale di Pratola Peligna finiti nella maxi inchiesta portata avanti dalla procura della repubblica di Sulmona. Lo ha deciso il Ministero dell’Interno che ha revocato la sospensione dei trasferimenti, disposta nei mesi scorsi dopo la decisione del dirigente del compartimento di polizia stradale Abruzzo-Molise. Il responsabile della polizia giudiziaria è stato quindi spostato con rotazione nell’ufficio servizi mentre il suo sottoposto nell’ufficio verbali. I due avevano indagato su 11 colleghi, imputati a vario titolo di peculato, falso, truffa ai danni dello Stato, omissione di soccorso e omissione di atti d’ufficio. Inchiesta che prosegue con nuovi capitoli. Le indagini erano state avviate nel 2019 e concluse nel 2022. Tre anni di intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti, rintracciamento attraverso tecnologia gps e l’analisi dei file delle telecamere di sorveglianza. Per ricostruire i fatti che, secondo l’accusa, hanno visto i poliziotti abbandonare le proprie postazioni di lavoro, dormire all’interno delle auto durante i turni notturni e intrattenersi nei locali commerciali durante l’orario di servizio. In aggiunta anche l’ipotesi di aver utilizzato l’auto di servizio per fini privati oltre all’omesso rilievo di un sinistro stradale e del soccorso a un veicolo in panne. Tutte accuse respinte in fase cautelare quando dieci degli undici poliziotti erano stati sospesi dal gip e poi riammessi in servizio dal tribunale del riesame.
