SULMONA – Otto anni sono trascorsi dalla chiusura del plesso scolastico di cui cinque per formulare e approvare il progetto. Ma nessun risultato concreto può rilevarsi. Per questo l’altro giorno, proprio in concomitanza dell’anniversario della chiusura dei cancelli del De Nino-Morandi, il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha avviato la ricognizione dell’intera documentazione che sarà riconsegnata nei prossimi giorni alla Provincia dell’Aquila. Un passaggio burocratico e formale, pure necessario ai fini del completamento della procedura per l’indizione della gara d’appalto e il tanto atteso svolgimento dei lavori. Dopo tre anni dal trasferimento della popolazione scolastica, la Provincia dell’era De Crescentiis decise di chiamare in causa il Provveditorato, come soggetto attuatore per l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, tramite apposita convenzione. Era giugno 2017. In cinque anni è stato rivisto il progetto, scorporato, riallineato il quadro economico ed approvato. Ma il lento pede deambulare ha portato la Provincia a riprendersi le carte. “Lunedì scorso abbiamo avuto un ultimo incontro proprio finalizzato a questo. Per proseguire la filiera e andare a gara”- afferma il Presidente, Angelo Caruso. Ora l’ente, che sta sostenendo il fitto di S. Antonio, ha tutto l’interesse ad accelerare le procedure. Al riguardo il comitato, presieduto da Franco D’Amico, ha formalizzato l’istanza di accesso agli atti, rilevando che “nessuna iniziativa concreta, tesa al completamento dei lavori, quindi al rientro degli studenti nella loro sede è stata di fatto assunta, al di là degli intenti più o meno specifici” nè “è stato indicato un termine serio e fattivo che possa portare alla conclusione della vicenda”. Il progetto esecutivo, redatto dalla Promedia s.r.l., attende che il secondo lotto venga realizzato secondo le più moderne tecnologie e materiali disponibili, prevedendo la demolizione e nuova posa in opera di muri perimetrali, pavimentazioni, infissi e impianti, per una struttura sicura e all’avanguardia. Il costo dell’intervento comporterà una spesa complessiva di 4 milioni e 700 mila euro e sarà concluso in 540 giorni lavorativi, ovvero in poco meno di due anni. L’attenzione resta alta mentre la scuola si è nel frattempo riavvicinata alla sua sede, dallo scorso 26 settembre, con il trasferimento dall’Iti di Pratola all’ex convento di S. Antonio. Infine, a proposito del Da Vinci, si svolgerà nella mattinata di oggi il summit fissato tra gli studenti e la Provincia, all’indomani della protesta simbolica posta in essere nella zona retrostante dell’edificio. Messa in sicurezza di palestra e laboratori e tutela della didattica sono i punti posti sul tavolo, le cosiddette “gatte da pelare”, perchè certezza sul ripristino dei luoghi al momento non sono arrivate.