
“C’è chi affronta la verità e chi la teme, rifugiandosi nell’insulto”. Rilancia così l’ex consigliera comunale Teresa Nannarone sulla querelle tra ex amministratori che sta contaminando la scena politica. Gli strascichi della fine dell’era Di Piero sono infatti riesplosi in questi giorni. Di seguito la nota “La raffica di invettive personali emerge però un fatto chiaro: l’assenza di un pensiero politico, vera causa del loro fallimento.
Non è un caso che mentre io parlo di appalti, trasparenza, denaro pubblico e responsabilità politica, loro si preoccupano di come io trascorra le giornate.
Non è un caso che mentre esprimo una legittima critica politica, loro tirino in ballo la Procura della Repubblica, dimenticando che — tanto su Cogesa quanto su Roncisvalle — la magistratura si è già ampiamente attivata.
Che non se ne fossero accorti?
Aspettiamo pure l’esito dei procedimenti giudiziari, ma il tema dell’assenza della politica resterà sempre al centro delle mie riflessioni pubbliche. È una delle chiavi di lettura del degrado della nostra città.
Non serviva la magistratura per fermare la “magica” costruzione di Roncisvalle realizzata con fondi pubblici: bastava che la politica dicesse “no, non si fa”.
Bastava ricordare l’articolo 9 della Costituzione, secondo cui «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
Il bene pubblico è, e deve restare, superiore agli interessi privati.
Lo stesso vale per il Cogesa: per tutelare il territorio, la salute dei cittadini (art. 32), la solidità economica dell’azienda pubblica (art. 97) e le famiglie dei lavoratori (art. 1), bastava che la politica esercitasse il proprio dovere di controllo e responsabilità. Invece, si è preferito fare altro. Potrei continuare, ma è evidente che non siamo sullo stesso piano: c’è chi affronta la verità e chi la teme, rifugiandosi nell’insulto









