SULMONA – La voglia di strappare tutti i libri di storia diventa sempre più concreta. Alle 5.05 ora locale è arrivata l’ora della guerra in Ucraina, oggetto dei primi bombardamenti da parte della Russia, che poi si sono intensificati nel corso delle ore. Sono state colpite tutte le principali città del paese, compresa la capitale Kiev dove la popolazione è stata svegliata dalle sirene antiaeree. Allo stesso tempo è cominciata l’invasione terrestre da parte dei soldati russi e sono in corso combattimenti sul campo. Il primo bilancio offerto dal governo di Kiev è di 40 morti e decine di feriti, ma sommando le notizie si è già nell’ordine delle centinaia di caduti. In questo contesto drammatico c’è chi comincia a tremare e a vivere con il fiato sospeso. Altri guardano da lontano con apprensione, preoccupati per la sorte dei propri congiunti. E’ il caso di Oksana, 45 enne ucraina residente da sei anni a Popoli, che da 24 ore non fa altro che versare lacrime su lacrime. Nel Centro Abruzzo ha trovato l’amore e a Sulmona anche un lavoro. Ieri mattina, dopo le prime notizie, la testa e il pensiero sono andati subito nella sua terra messa a dura prova. “Sono molto preoccupata per Ucraina. Non vedo i miei parenti da quattro anni. Mia mamma, mia sorella, i miei figli vivono in Ucraina. Ieri mattina mia figlia ha chiamato e mi ha annunciato la brutta notizia”- racconta la donna- “alle 5 del mattino si è svegliata con le esplosioni. Il mio cuore è spezzato dal dolore. Mia figlia racconta di lunghe code dal benzinaio e molte macchine che tentano la fuga. Prima dell’esplosione c’erano molti aerei che correvano nel cielo e hanno fatto saltare un aereoporto militare con le bombe nelle banche. C’erano lunghe code e negozi tutti vuoti. Noi cerchiamo un sostegno di qualcuno perchè metta pace tra noi”. Intanto l’Abruzzo e Sulmona si stanno mobilitando sul fronte della solidarietà per costituire un gruppo di crisi e fornire supporto a distanza. Il passaggio da un pandemia ad una guerra è cruciale e devastante. Dipinge il volto di un mondo che ha perso l’umanità ma anche la memoria. La storia, evidentemente, non è stata maestra. (a.d’.a.)
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