
SULMONA. Si esprimerà il 17 settembre il Tar Abruzzo sul ricorso presentato dalla ditta Butterfly per la gestione del centro di accoglienza per migranti ucraini. Lo hanno deciso i giudici amministrativi che hanno respinto l’istanza di sospensiva cautelare, presentata dai ricorrenti e hanno fissato l’udienza di merito per settembre. La gestione del centro, che nel quartiere della zona Peep accoglie i rifugiati ucraini in fuga dalla guerra, finisce in Tribunale. Il ricorso è stato promosso dalla società Butterfly Srl e riguarda l’affidamento del servizio Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) per l’accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dal conflitto bellico. Il provvedimento nasce in risposta al ricorso notificato all’ente il 24 aprile scorso, con cui Butterfly Srl ha chiesto l’annullamento, con sospensiva della determina dirigenziale del 24 marzo 2025, che affidava la gestione del servizio alla cooperativa Sociale “Teniamoci per mano” di Isernia per il periodo 1° aprile – 31 dicembre 2025. La società ricorrente, classificatasi seconda nella procedura selettiva, contesta l’assegnazione lamentando presunte carenze nei requisiti tecnici dell’aggiudicataria, oltre a vizi di forma e sostanza nella valutazione operata dalla Commissione. Tra le motivazioni addotte: travisamento dei fatti, eccesso di potere, manifesta illogicità, irragionevolezza e erronea istruttoria. Alla luce della complessità della vicenda, il Comune aveva ritenuto opportuno costituirsi in giudizio per tutelare l’interesse pubblico e difendere la correttezza del proprio operato. L’incarico difensivo è stato affidato all’avvocato Marina Fracassi, responsabile dell’ufficio legale dell’ente, la quale si è opposta alla sospensione della determina di affidamento, il cui annullamento è stata chiesta dalla società che ha presentato ricorsi. Per i giudici del Tar ” non ricorre il pericolo di un danno irreparabile in quanto la perdita paventata dalla ricorrente ha natura patrimoniale ed è quindi riparabile per equivalente”. Per questo il Tar ha rinviato tutto a settembre quando deciderà nel merito, esprimendosi sulla legittimità o meno dell’affidamento del centro che era stato allestito nel 2022, nel contratto di quartiere delle case Ater e che ospita venti famiglie ucraine. In realtà altri 45 rifugiati, scampati alle bombe, avevano trovato ospitalità nell’ hotel Manhattan Village, grazie alla convenzione con la Prefettura che è scaduta la scorsa primavera. Senza alcun rinnovo della stessa, i rifugiati erano stati quindi “sfrattati”, trovando collocazione in altre strutture della Provincia.