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SULMONA – Pronti, a puz, via. La corsa. Proviamo a chiudere gli occhi e ad immaginare la scena. La piazza piena di gente, il cuore che batte, il fiato sospeso e la pelle d’oca, lo sguardo a scrutare la Vergine che cerca il Figlio risorto e lo vede. Inizia la corsa. Cade il manto nero per il verde della speranza. E poi il volo dei colombi, lo sparo dei mortaretti, l’applauso della folla festante. L’abbraccio liberatorio dei confratelli lauretani sancisce il buon andamento della corsa dalla quale si possono trarre buoni auspici per il raccolto rurale. E’ come un film. Una scena già vista, vissuta fino alla fine, in quella centralissima piazza che oggi sarà vuota e deserta. Niente corsa e rito secolare. La mattinata di Pasqua passerà come qualsiasi altro giorno. Ma se il virus ferma la tradizione, almeno quella che avviene all’esterno e nella versione canonica, nessuno può toglierci l’emozione di rivivere quella corsa nella mente e nei cuori. Basta chiudere gli occhi. Immaginarsi la scena che, anche nella terribile annata 2020, diventa un segnale di speranza per l’umanità in difficoltà e in piena emergenza. Nel cuore di ogni sulmonese c’è un posto riservato alla cara Madonna che scappa. Quest’anno va così. Bisogna vederla nei ricordi o in tv, la nostra tv, tutti incollati allo schermo a ripercorrere le immagini di repertorio delle ultime tre edizioni. Contestualizzare quelle palpitanti emozioni non è affatto facile. Ma noi lo faremo ancora perché non possiamo immaginare una Pasqua senza la corsa. E’ necessario rivederla anche solo per un attimo. E’ fondamentale scrutare e riconoscere la Madonna non solo in quella centrale piazza ma anche nelle tante situazioni di difficoltà. Nel letto degli ospedali dove molti pazienti lottano contro il virus e dove gli operatori lanciano il cuore oltre l’ostacolo, nelle case dove i malati Covid continuano le cure, nelle famiglie dove la Pasqua non lascia nemmeno un briciolo di serenità, per le strade dove le forze dell’ordine passano le feste per i controlli a tappeto, nelle attività che non hanno mai abbassato la saracinesca. Ognuno rivede la Madonna lauretana, dove vuole, per ricominciare e rialzarsi. La corsa in piazza si omette ma la corsa verso la normalità comincia proprio da qui. Dai ricordi e dai riti pasquali rivisitati.  Buona Pasqua nei cuori.

Andrea D’Aurelio

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