Duro attacco del capogruppo PD in consiglio regionale, Silvio Paolucci, circa il blocco del concorso per 30 posti da Infermiere Professionale indetto dalla ASL Lanciano-Vasto-Chieti. Una procedura pagata 39mila euro di soldi pubblici alla Merito Srl e 15mila per effettuare le prove. La Regione risponde solo confermando lo stop. La procedura concorsuale è partita il 3 maggio 2019 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in novembre si è costituita la commissione concorsuale, l’8 Gennaio 2020 a Pesaro la prova scritta per i 7.823 candidati, gli ammessi sono stati resi noti in Gazzetta Ufficiale il 21 dello stesso mese con la convocazione per il giorno 11 Febbraio 2020 al Palacongressi di Rimini per la seconda prova che non si è mai verificata a causa dei numerosi ricorsi degli esclusi.
“Lo stallo impossibile che avevamo denunciato, afferma Paolucci, continua fino a data da destinarsi, mentre si sta muovendo l’ipotesi di promuovere assunzioni dirette, al fine di bypassare costi e intoppi concorsuali, ma servono chiare e trasparenti regole d’ingaggio, a cui bisogna lavorare attraverso nuove norme e progetti di legge che siamo pronti anche a costruire. Ma di fronte a una volontà precisa di assunzione che ad oggi è solo annunciata e che non abbiamo ancora né visto, né percepito. La Regione, nonostante l’emergenza Covid e la penuria di personale nella Asl, ha pensato bene di non incalzare la Commissione che ha deciso lo stop, perdendo tempo e risorse economiche e professionali preziosissime. Sappiamo anche che le esigenze sono state sopperite con l’assunzione di personale a tempo determinato, quindi costi su costi, ancora. Di certo, oltre l’inerzia, ci sono i costi sostenuti: circa 50.000 euro di risorse pubbliche impiegate per un concorso fermo e quelli per l’assunzione di personale in attesa delle assunzioni bandite. Parliamo di lavoratori che continuano ad essere precari, una linea confermata dal no del centrodestra nell’ultimo consiglio regionale alla stabilizzazione di tantissimi operatori sanitari che oggi lavorano con le cooperative. Non è possibile che l’Esecutivo riconosca diritti e privilegi solo dei manager e chiuda sempre le porte in faccia ai diritti e delle legittime aspettative della comunità â€, conclude Paolucci.
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