

La Scomparsa di Papa Francesco: Un Legame Indelebile con l’Abruzzo, L’Aquila e Sulmona
La morte di Papa Francesco, ha lasciato un vuoto profondo nel cuore dei fedeli di tutto il mondo e, in particolare, in quello dell’Abruzzo, una regione con cui il Pontefice ha coltivato un rapporto speciale, segnato da gesti di vicinanza e momenti memorabili. La sua visita a L’Aquila nel 2022, in occasione della Perdonanza Celestiniana, e i suoi legami con Sulmona, città natale di Papa Celestino V, hanno scritto pagine indelebili nella storia di questa terra, che oggi lo piange come un “amico vero”.
L’Abruzzo, terra di resilienza e spiritualità, ha trovato in Papa Francesco un pastore attento, capace di parlare al cuore di una comunità segnata dal dolore del terremoto del 2009. La sua visita a L’Aquila il 28 agosto 2022, per la 728ª Perdonanza Celestiniana, è stata un evento di portata storica. Atterrato in elicottero e accolto in Piazza d’Armi, Francesco ha attraversato la città su una Fiat 500L bianca, fermandosi in Piazza Duomo, ancora ferita dal sisma, per incontrare i familiari delle vittime. Qui, con il casco dei Vigili del Fuoco in testa, ha reso omaggio alla cattedrale inagibile, simbolo di una città che lotta per rinascere. “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente,” ha detto, lodando la capacità della comunità di “reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione”.
Il momento culminante della visita è stato l’apertura della Porta Santa nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, un gesto senza precedenti nella storia del papato, che ha rinnovato il messaggio di perdono di Celestino V. Con un ramo d’ulivo, Francesco ha percosso tre volte la porta, spalancandola non solo ai pellegrini, ma “sul mondo intero,” come ha sottolineato l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, auspicando pace per i popoli lacerati dai conflitti. Questo atto ha rafforzato il legame tra Francesco e la Perdonanza, un’eredità spirituale che il Pontefice ha valorizzato, definendo L’Aquila “capitale del perdono.”
Il rapporto di Papa Francesco con l’Abruzzo non si limita a L’Aquila, ma si estende a Sulmona, città natale di Pietro da Morrone, divenuto Papa Celestino V. Francesco ha sempre mostrato un profondo rispetto per la figura di Celestino, il “Papa del gran rifiuto” secondo Dante, ma da lui rivalutato come “l’uomo del sì” per la sua scelta di umiltà e coerenza spirituale. Durante l’omelia a Collemaggio, Francesco ha corretto l’immagine dantesca, sottolineando come Celestino abbia incarnato la misericordia e il perdono, valori centrali del suo pontificato.
Sulmona, con il suo Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, dove Pietro visse anni di ascesi, e la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove fu incoronato nel 1294, rappresenta un luogo simbolo della spiritualità celestiniana. Sebbene Francesco non abbia visitato direttamente Sulmona durante il suo viaggio in Abruzzo, la sua attenzione alla Perdonanza ha reso omaggio alla città, che ogni anno celebra il suo figlio più illustre. La presenza di detenuti del carcere di Sulmona tra coloro che hanno partecipato alla cerimonia del 2022, donando opere artigianali al Papa, è un ulteriore segno della sua vicinanza a questa comunità, anche nelle sue fragilità.
Uno dei momenti più toccanti della visita di Francesco a L’Aquila è stato il suo saluto in dialetto abruzzese: “Jemo ‘nnanzi” (andiamo avanti). Questa espressione, semplice ma carica di speranza, è diventata un motto per gli aquilani, un invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà. Rivolgendosi ai familiari delle vittime del sisma, ai detenuti e alle autorità, Francesco ha sottolineato l’importanza della “ricostruzione umana e sociale,” un messaggio che ha risuonato profondamente in una terra ancora segnata dalle cicatrici del terremoto.
Il Papa ha anche reso omaggio ai detenuti abruzzesi presenti, provenienti da carceri come Sulmona, Avezzano, Chieti e Pescara, definendoli “segno di speranza” per una rinascita che parte dal cuore delle persone. Questo gesto ha evidenziato la sua sensibilità verso le periferie esistenziali, un tema centrale del suo magistero.
La morte di Papa Francesco lascia l’Abruzzo orfano di un Pontefice che ne ha compreso l’anima, fatta di fede, resilienza e solidarietà. A L’Aquila, dove ha ricevuto il Premio del Perdono, un’opera che richiama il fiore dello zafferano e la Porta Santa di Collemaggio, il suo passaggio è ricordato come un momento di unità e rinascita. A Sulmona, la sua valorizzazione di Celestino V ha rafforzato il legame con una tradizione spirituale che continua a ispirare.
In un momento di lutto, l’Abruzzo si stringe attorno al ricordo di un Papa che, con il suo “Jemo ‘nnanzi,” ha indicato la via per guardare al futuro, portando nel cuore il perdono e la pace.