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Anche oggi è L’Aquila il comune abruzzese a far registrare più nuovi casi di coronavirus: sono 28 i contagi accertati nelle ultime ore.

Subito dopo L’Aquila c’è Pescara, con 12 contagi recenti. Già da ieri la provincia dell’Aquila – territorio rimasto sempre in ultima posizione e con numeri bassissimi nella fase primaverile dell’emergenza – è al secondo posto in Abruzzo.

Resteranno chiuse per sette giorni le sale operatorie del San Salvatore in seguito alla positività di due chirurghi e di alcune infermiere. Inizialmente gli spazi operatori erano stati chiusi per due giorni per permettere la sanificazione ma poi, viste le positività, lo stop è stato esteso. Naturalmente sono assicurate le urgenze.

In apprensione soprattutto i genitori degli studenti della scuola media Mazzini. “Ci sono in quarantena quattro classi per i casi positivi registrati nel giro di pochi giorni”, fanno sapere, “che hanno coinvolto anche i docenti: di conseguenza, manca il personale per i ragazzi che proseguono le attività“.

Sul sito, però, risulta una sola classe in isolamento. “Non vogliamo sapere chi sono i contagiati – dicono i genitori – ma chiediamo la didattica a distanza, un censimento dei positivi e la chiusura completa della scuola per avviare la sanificazione totale. C’è un problema: o si argina con metodo o la situazione andrà a peggiorare e ci sarà il salto generazionale. A quel punto chi tutelerà nonni e genitori non in buone condizioni di salute? Vogliamo chiarezza e soluzioni: a chi spetta fare questo? Alla preside, al sindaco? Chiediamo di avere voce e aiuto”.

A dare risposte è stata la dirigente della Mazzini, Monia Lai: “Al momento si sono registrati cinque casi di alunni positivi, su quattro classi, e un docente; nessuno dei contagi è interno alla scuola, in base ai tracciamenti effettuati, e per ogni positività sono state adottate tutte le procedure necessarie: le famiglie dei ragazzi per i quali è scattata la quarantena sono state avvertite tempestivamente, stesso protocollo per i docenti interessati. Immediate anche le operazioni di sanificazione dei locali. Pur comprendendo le preoccupazioni, non ritengo opportuno stilare un ‘bollettino scuola Mazzini’, perché preferisco tutelare i minori coinvolti. C’è comunque un canale aperto a cui le famiglie possono rivolgersi. Abbiamo fatto i salti mortali per riaprire garantendo sicurezza ai ragazzi e stiamo continuando a farli per non far venir meno il diritto all’istruzione, lavorando con grande serietà. Fuori magari si abbassa la guardia, ma a scuola si rispettano le regole”.

Anche all’Istituto d’istruzione superiore Amedeo D’Aosta sono in quarantena tre classi con i relativi docenti. Dopo la sanificazione dei locali le lezioni riprenderanno domani, con l’attivazione della didattica integrata, “al fine di rafforzare le misure di contenimento del contagio”, è quanto comunica la dirigente Maria Chiara Marola: ciascuna classe sarà divisa in due gruppi, il gruppo denominato A seguirà le lezioni in presenza il lunedì, martedì e giovedì, mentre il gruppo B seguirà negli stessi giorni le lezioni da casa. Viceversa negli altri giorni, mentre nella seconda settimana saranno invertiti i giorni in presenza dei due gruppi.

Al Liceo Scientifico sono 7 le classi in quarantena: i professori interessati - spiega la preside Sabina Adacher – sono in malattia ma stanno facendo comunque didattica a distanza.

Da più di dieci giorni, sono in quarantena anche 40 tra bambini e insegnanti della scuola primaria di Paganica.

Pare ci siano dei casi di positività anche al Liceo Classico ‘D.Cotugno’: in particolare, si tratterebbe di 7 ragazzi su quattro classi, stando ad alcuni genitori. Dalla scuola, però, non sono pervenute informazioni se non per un solo caso accertato con una classe che, dunque, è in quarantena.

Alberto Albani, referente per le emergenze della Regione Abruzzo, membro della task force regionale per l’emergenza coronavirus, a proposito della situazione negli ospedali abruzzesi, afferma:

“Non c’è ancora una situazione di emergenza, ma inizia ad esserci una certa pressione negli ospedali. Non si tratta di una pressione estrema, ma comincia a farsi sentire. In Abruzzo i pazienti Covid-19 ricoverati sono al momento 225: il dato è triplicato nel giro di due settimane.

A soffrire di più, in questa fase dell’epidemia, sono soprattutto gli ospedali delle aree interne e, in particolare, quelli dell’Aquila e di Avezzano, territori che fanno registrare una brusca impennata di contagi”.

Albani ricorda comunque che il Covid Hospital di Pescara, struttura inaugurata ad aprile e a disposizione di tutta la regione, conta circa 180 posti letto.

“In questi giorni stiamo lavorando per studiare la dislocazione dei pazienti negli ospedali presenti sul territorio, sfruttando il Covid Hospital di Pescara – sottolinea l’esperto – e siamo costantemente impegnati per reperire quanto più personale possibile”.

Albani, sui nuovi casi, parla di una situazione “sicuramente in peggioramento, ma la crescita non è esponenziale, bensì lineare”.

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio e l’assessore alla salute, Nicoletta Verì, in una nota sottolineano che “Alla luce degli ultimi dati, in Abruzzo al momento sono sufficienti le misure previste dall’ultimo Dpcm e non sono necessarie restrizioni più rigide. Ovviamente stiamo costantemente monitorando l’evolversi della situazione. Pur comprendendo i timori di alcuni amministratori locali, è bene chiarire definitivamente che il Covid Hospital di Pescara è già a disposizione di tutta la regione e accetta richieste di ricovero provenienti da qualsiasi Asl abruzzese, a patto naturalmente che si tratti di richieste appropriate e rispettose dei protocolli sanitari. Sono in corso interlocuzioni tra le varie Asl – continuano – per assicurare l’adeguata dotazione di personale, per la quale tutte le aziende dovranno garantire il proprio impegno. Ricordo, infatti, che il Covid hospital di Pescara è una struttura modulare, che entra in funzione a seconda dell’andamento dei ricoveri legati alla pandemia. Un modello flessibile e adattabile alle diverse necessità che dovessero presentarsi a causa dell’evolversi dell’emergenza”.

 

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