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SULMONA -  I santi Pietro e Giovanni sono stati depositati ai lati della navata centrale. La statua della Madonna vestita a lutto, portata in spalla dai confratelli lauretani, è apparsa dalla navata laterale per guadagnare la scena fino alla corsa di circa dieci metri, segnata come di consueto dalla caduta del manto nero per il verde della speranza e dalla rosa rossa che è spuntata nella mano della Vergine. La storia si ripete nella Chiesa di Santa Maria della Tomba a Sulmona. Per il secondo anno di fila la Sacra Rappresentazione della Madonna che scappa si è svolta all’interno dell’edificio di culto. Tutto a porte chiuse ma con il cuore aperto alla speranza. Rispetto al rituale di piazza Garibaldi la Madonna non ha avuto bisogno di alcun invito per correre incontro alla Pasqua. E’ un segnale chiaro quello che parte da Sulmona. Nel buio e nella notte della pandemia la Madonna ha visto la luce della rinascita e della risurrezione. Ad eseguire la corsa sono stati Fabrizio Centracchio, Fabrizio Litigante, Domenico Giovannucci e Davide Cirstensiense, guidati da Andrea Rapone. La stessa quadriglia del 2019. Come a dire “dove eravamo rimasti”. I lauretani sono stati selezionati dalla direttivo della Confraternita che, pur di non interrompere la tradizione, ha scritto un’altra pagina di storia. La Pasqua lauretana è partita nella Chiesa della Madonna del Carmine con la celebrazione della Santa Messa. Poi la Sacra rappresentazione a porte chiuse nella Chiesa di piazza Plebiscito. Al termine della corsa c’è stato il simbolico volo delle colombe con la preghiera da parte del vescovo diocesano, mons. Michele Fusco. E’ una Pasqua diversa ma è pur sempre Pasqua. Perchè la Madonna ha visto la luce. Da sola. Che sia di buon auspicio per il raccolto rurale,così vuole la tradizione sulmonese, ma soprattutto per il ritorno ad una nuova normalità. Buona Pasqua di rinascita.

Andrea D’Aurelio

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