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CASTEL DI SANGRO – Aveva bisogno della Tac per la diagnosi medica dopo la comparsa di una sintomatologia riconducibile al Covid-19 ma è stata costretta a fare chilometri in ambulanza per essere presa in carico dai sanitari. La disavventura è capitata a una 51 enne del capoluogo sangrino, in attesa dell’esito del tampone presso il proprio domicilio, che l’altro giorno è stata trasportata dall’ambulanza del 118 all’ospedale dell’Annunziata di Sulmona per sottoporsi alla Tac e agli accertamenti del caso. Nel nosocomio di Castel Di Sangro il macchinario non funziona e i pazienti con sintomatologia che hanno bisogno di diagnosi non posso usufruire del servizio nel presidio ospedaliero ma sono costretti a fare la spola da un ospedale ad un altro. Un dispendio di risorse umane ed economiche che non giova al sistema sanitario già in difficoltà. Si vuole fronteggiare l’emergenza pandemica con la prevenzione e poi ci si perde in un bicchiere d’acqua. E’ proprio il caso di dirlo. A confermare la notizia è il sindaco di Castel Di Sangro, Angelo Caruso, che nelle ultime ore ha chiesto alla Asl il potenziamento del pronto soccorso e ha ottenuto la convocazione del comitato ristretto dei sindaci per giovedì prossimo 22 ottobre. “Ho ritenuto sottolineare che la sanità per le aree interne costituisce condizione essenziale per la tenuta del sistema sociale, da qui l’esigenza di affrontare con la massima determinazione e sollecitudine la grave situazione in cui giace la sanità aziendale, affinché anche le criticità che si sono sviluppate recentemente vengano risolte con un’adeguate soluzioni”- scriveva Caruso alla Asl “la mia iniziativa deriva non solo dalle continue sollecitazioni verso in vertici dell’azienda, ma anche dal malessere sociale, che ritengo sia meritevole di un’adeguata attenzione da parte degli organi politici e amministrativi competenti”. La speranza è che si potenzino presto gli organi della sanità ospedaliera e territoriale, in vista della stagione invernale, periodo nel quale la richiesta degli utenti sale sempre vertiginosamente. In tempo di pandemia nemmeno a dirlo.

Andrea D’Aurelio

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