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SULMONA – Hanno chiesto ulteriori indagini dopo che la Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto al Gip l’archiviazione. La famiglia dell’ex forestale Guido Conti, ritrovato morto più di un anno fa lungo la strada provinciale morronese, ha chiesto alla magistratura di continuare ad indagare per istigazione al suicidio. Non un’opposizione formulata per ragioni di dissidio o di contrasto con la Procura ma per suggerire eventuali e ulteriori indagini suppletive per fugare qualche dubbio che ancora rimane per la morte dell’ex Forestale. I familiari, tramite il legale Alessandro Margiotta, hanno presentato quindi l’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura e ora la palla passa nelle mani del Gip che dovrà decidere se chiudere il fascicolo per istigazione al sudicio o disporre altre indagini. In particolare si vuole fare luce sull’avvistamento di un’autovettura, quel pomeriggio del 17 novembre 2017, vicino al luogo dei fatti. Come pure sarebbero emerse delle discordanze in merito ad alcune piste che la Procura ha seguito. Tutto comincia il giorno prima della morte, quando dopo aver cancellato i dati dal suo pc Conti si reca nell’azienda informatica “Archimede” per l’operazione di vaporizzazione. Un processo che si interrompe ma i file non sono stati recuperati. La Procura aveva comunque conferito l’incarico a un perito. In quello stesso giorno l’ex forestale acquista dei confetti. A chi erano destinati e perché? Nessuna risposta. Come non si riesce ancora a capire, il perché Conti la mattina di venerdì 17 novembre dopo aver acquistato tre buste bianche di formato rettangolare e un francobollo alla tabaccheria di via De Nino, ha prelevato 1500 euro in contanti nel vicino istituto bancario per poi lasciarli a casa. E il destinatario della terza lettera? I magistrati hanno ascoltato anche cinque dirigenti Total, la multinazionale dove l’ex forestale si era insediato dopo aver lasciato l’arma. Un incarico durato quindici giorni perché mercoledì 15 novembre 2017 Conti comunica alla famiglia il suo rientro a casa. Perché queste dimissioni così improvvise? Cosa c’è sotto? Un particolare che spinse un telefonista anonimo, poi uscito allo scoperto, a contattare la redazione PrimaDaNoi e, con voce camuffata, a diffondere la notizia. E si arriva così alle ore più buie. Ultimo accesso a whatsapp alle 9,52. Poi forse c’è un altro messaggio inviato da Conti alle 11 ma se la morte è stata accertata fra le 17 e le 19 ancora non si sa che cosa abbia fatto l’ex generale prima dell’ultimo atto, quel colpo di pistola, sparato a bruciapelo sulla tempia. Insomma qualche dubbio resta. Per questo sono state chieste ulteriori indagini.

Andrea D’Aurelio

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