
Nuove conferme arrivano dal Comitato di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA): la Regione Abruzzo non ha mai considerato la Variante Plus, una soluzione alternativa proposta da comitati, cittadini e amministrazioni locali per ridurre gli impatti negativi del progetto di velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara. Secondo quanto emerso dall’ultima riunione del Comitato VIA, nessuno dei membri era a conoscenza di questa opzione. Questo significa che la Regione non ha mai preso in esame l’alternativa né dato modo di valutarla, lasciando senza risposta le richieste di chi temeva danni alle proprietà private e alle attività commerciali lungo il tracciato. Una grave mancanza da parte del Governo regionale, che sembra aver ignorato le esigenze del territorio. Il consigliere regionale Antonio Di Marco (PD), vicepresidente della Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture, ha partecipato alla riunione del Comitato VIA e ha espresso forte preoccupazione:
“Una novità che ho accolto con sconcerto. Non solo la Variante Plus non è mai stata presa in considerazione, ma il Comitato VIA stesso non conosce il progetto per intero. Si esprime su singole parti, come uno ‘spezzatino’ progettuale. È inaccettabile che un’opera di questa importanza venga valutata senza una visione d’insieme.”
Inoltre, Di Marco sottolinea come la progettazione abbia avuto diverse modifiche e stralci nel tempo, senza però un reale coinvolgimento delle comunità locali. A peggiorare la situazione, secondo il Comitato COMFERR, il tracciato è stato disegnato su mappe non aggiornate, senza tener conto della crescita urbana e della vulnerabilità del territorio. Giovedì prossimo, il tema tornerà al centro del dibattito. Di Marco e altri esponenti politici chiederanno una revisione del progetto, proponendo di cambiare l’ordine dei lavori: partire da Roma e proseguire verso la Marsica. Secondo il consigliere, questa soluzione potrebbe portare maggiori vantaggi e meno impatti negativi.
“Se necessario, porteremo la proposta fino ai vertici delle Ferrovie. Non possiamo permettere che un’infrastruttura così importante venga realizzata senza ascoltare chi vive il territorio.”
La questione resta aperta e, con la prossima Commissione di Vigilanza del 6 marzo, si attendono risposte e chiarimenti da parte della Regione e di RFI. I cittadini e le amministrazioni locali chiedono più trasparenza e un coinvolgimento reale nel processo decisionale. La battaglia per una ferrovia più sostenibile è ancora tutta da giocare.