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La data è una di quella da cerchiare in rosso sul calendario: 21 dicembre. Oggi le porte dello storico liceo di piazza XX Settembre riaprono dopo 16 anni. Tutto si era fermato in quella notte del sisma aquilano. Promesse disattese, burocrazia e scarsi impegni hanno portato avanti un’incomprensibile odissea che oggi viene definitivamente chiusa. Dopo tanto. Per capire il valore identitario di quelle mure, ci affidiamo a Francesco Balassone, ex studente del Classico che nel 2019, a dieci anni dal sisma, aveva portato gli studenti in piazza per la massiccia protesta. A scuola lui e la sua generazione andranno solo per una visita ma anche per loro, come per tutta la comunità, questa data è importante.

Quella della sede storica del Liceo Classico può essere definita come una grande vittoria collettiva per la nostra città. Nessuno infatti può rivendicare il merito esclusivo del rientro degli studenti nella loro Casa; ma in molti possono vantare di aver messo un piccolo sampietrino su questa lunga strada. Eppure vittoria collettiva, almeno in questo caso, non è sinonimo di assenza di vinti. Qualche sconfitto in questa storia c’è. In questi anni infatti non c’è studente che credendo nel rientro del Liceo non si sia imbattuto ad un certo punto in una di queste due frasi: “lass perd” o “c’ha da fa tu”, sottintendendo che chi parlava era solo un giovane ingenuo e sprovveduto e che bisognava riportarlo alla realtà, quasi fosse insopportabile l’idea che qualcuno non si fosse fatto risucchiare da quella spirale di cinismo e invidia in cui sembra che prima o poi si debba necessariamente sprofondare. Ebbene, gli sconfitti sono proprio quelli che hanno pronunciato almeno una volta una di queste due frasi. Ed è a loro che bisogna dedicare questa vittoria. E probabilmente a dedicargliela possiamo essere proprio noi ex studenti che non abbiamo avuto l’opportunità di diplomarci nella sede storica perchè ci siamo visti abbattere questo mare di saccenza e arrendevolezza addosso. Proprio noi che in questi quindici anni non abbiamo mai smesso di esigere l’adempimento dei propri doveri da parte della politica e degli uffici tecnici; noi che non abbiamo mai permesso che la questione Piazza XX uscisse fuori dal panorama del dibattito pubblico e che abbiamo combattuto questa battaglia con schiena dritta e testa alta; noi che abbiamo resistito alla tentazione dell’arresa. Questo risultato dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, come la partecipazione attiva alla vita della città delle nuove generazioni sia imprescindibile se si vuole costruire un futuro in cui credere, perché proprio lì risiedono le forze più testarde ed ambiziose, le forze più importanti per la lotta all’immobilismo che attanaglia questo territorio. La nostra dedica va proprio a quelli che hanno smesso di credere che un futuro migliore per Sulmona è ancora possibile. Abbiamo vinto noi, e lo abbiamo fatto anche per voi.

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