
L’Aquila, Capitale italiana della Cultura 2026, ha portato alla Biennale Architettura un messaggio potente: la ricostruzione come forma di arte pubblica, civile e collettiva. Alla guida della delegazione, il sindaco Pierluigi Biondi, che ha partecipato all’incontro internazionale “Intelli_Gens Demopratica – Meeting dei Coordinatori delle Opere Demopratiche”, organizzato da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, all’interno del padiglione curato da Carlo Ratti. Un appuntamento che ha riunito artisti, amministratori e intellettuali da tutto il mondo per discutere di arte come pratica democratica e strumento di rigenerazione sociale, con esempi di “opere demopratiche” attive in città come Ginevra, Roma, L’Avana, Seul, Scanno e Biella. Durante l’evento, Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, ha dedicato un saluto speciale alla città, definendo L’Aquila “un luogo di cittadini pensanti, dove consapevolezza e intelligenza politica hanno dato forma alla rinascita”.




“All’Aquila la demopraxia si è realizzata nella ricostruzione post-sisma – ha spiegato il sindaco Biondi – un percorso di rinascita nato dal dialogo tra istituzioni, cittadini, artisti, imprese e università. Una vera opera collettiva che oggi, con la Capitale italiana della Cultura, diventa racconto condiviso e visione per il futuro.” L’incontro, ispirato ai principi del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, ha messo al centro il valore dell’arte come responsabilità civica. Presente anche Pier Luigi Sacco, coordinatore scientifico della candidatura aquilana, che ha ribadito come la cultura possa essere “un ecosistema di innovazione e partecipazione, capace di rigenerare la democrazia e promuovere sviluppo sostenibile”. Il concetto di demopraxia, elaborato dallo stesso Pistoletto, è stato descritto come “una pratica di responsabilità condivisa, in cui la pace e il progresso civile nascono dal fare insieme, passo dopo passo”. “C’è un legame profondo tra L’Aquila e l’opera di Pistoletto – ha aggiunto Biondi – Davanti all’Auditorium del Parco, progettato da Renzo Piano, sorge una sua scultura, simbolo di rinascita. Il suo messaggio ci invita a cercare un terzo spazio tra natura e artificio: quello della responsabilità. È lì che si colloca la nostra città, dove la cultura è un sistema vitale, una trama che unisce economia, identità e partecipazione.” La giornata in Biennale si è trasformata così in un laboratorio di idee sul futuro della cultura civica, dove l’Aquila si è presentata come esempio di come l’arte possa diventare strumento di coesione e di rinascita collettiva. “È stato un momento di confronto e di verità – ha concluso Biondi – per capire come rinnovare la democrazia e restituirle prassi e visione. Il nostro progetto di Capitale italiana della Cultura nasce proprio da qui: dal coraggio di fare cultura come pratica viva, condivisa, inclusiva.”









