
In tutto il mondo, le scuole sono da sempre simbolo di sicurezza, punti di riferimento per la protezione delle persone, soprattutto in situazioni di emergenza. A Kyoto, Giappone, ad esempio, ogni edificio pubblico, e in particolare le scuole, è stato designato come rifugio sicuro in caso di terremoto. La mappa del rischio sismico di Kyoto indica chiaramente come comportarsi e dove rifugiarsi, con le scuole che giocano un ruolo fondamentale nella sicurezza della comunità. Ma a L’Aquila, purtroppo, non è così. Da genitori che hanno bambini che frequentano le scuole pubbliche della città, le sensazioni che proviamo sono di superficialità, mancanza di informazioni e un senso costante di pericolo. In una città che, a 16 anni dal devastante terremoto del 2009, continua a convivere con la paura di un nuovo sisma, le scuole, che dovrebbero essere i luoghi più sicuri, sono ancora oggetto di preoccupazione. È accettabile, chiediamo noi, che le scuole dell’Aquila abbiano ancora indici di vulnerabilità sismica così bassi? È normale che queste strutture non siano state ancora adeguate alle normative di sicurezza, lasciando le famiglie in balia dell’incertezza? La risposta del Comune, che il 9 gennaio 2025 ha affermato che “è accettabile un livello di sicurezza inferiore a quello richiesto per le nuove costruzioni”, è inaccettabile per chi, come noi, ha a cuore la sicurezza dei propri figli. Le scuole devono essere protette, non possono essere luoghi di paura, ma piuttosto baluardi di sicurezza per tutta la comunità. La situazione sembra essere stagnante, senza progressi. Già nel 2019, durante il convegno internazionale ‘Silk Cities’ a L’Aquila, si denunciava il fatto che “a dieci anni dal terremoto del 6 aprile 2009, gli edifici scolastici di L’Aquila non sono ancora stati ricostruiti. In una zona che continua ad essere esposta ai terremoti, la mancanza di scuole sicure rappresenta una preoccupazione costante per bambini e genitori.” Sono passati sei anni da quella denuncia e sedici dal sisma, ma le domande rimangono senza risposta: che interventi sono stati fatti per rendere sicure le scuole? Qual è il piano di adeguamento sismico? E, soprattutto, quali scuole sono state o saranno adeguate nei prossimi anni? In questi giorni, con l’apertura delle iscrizioni scolastiche, i genitori aquilani si trovano davanti a un bivio. Molti desiderano iscrivere i propri figli a scuole con offerte didattiche eccellenti, ma sono preoccupati per la sicurezza degli edifici. Le scuole sono ancora segnate da bassi indici di vulnerabilità sismica, e senza risposte chiare dal Comune, la preoccupazione cresce. Cosa devono fare i genitori quando non ricevono informazioni adeguate sul piano di sicurezza sismica delle scuole? Come possono prendere una decisione informata? Nel resto del mondo, le scuole sono considerate i luoghi più sicuri per la comunità, tanto che vengono indicati come rifugi in caso di emergenza. A L’Aquila, purtroppo, è difficile non vedere le scuole come luoghi potenzialmente pericolosi, e la mancanza di un piano di adeguamento sismico chiaro alimenta la paura. Se ci fosse la volontà politica di intervenire, le scuole aquilane potrebbero essere rese sicure già da tempo. Non è accettabile che, a distanza di sedici anni dal terremoto, la sicurezza dei nostri figli venga messa in discussione. Non possiamo accettare che le scuole continuino ad avere un “livello di sicurezza inferiore”. La sicurezza dei nostri bambini non è negoziabile. Continuiamo a chiedere con forza al Comune dell’Aquila risposte concrete. Vogliamo sapere quali sono i piani per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, e quando saranno realizzati. Non possiamo più aspettare, le nostre scuole, e i nostri figli, meritano di essere protetti. La sicurezza sismica delle scuole deve essere una priorità assoluta, non solo un dettaglio. La città dell’Aquila non può permettersi di trascurare la sicurezza delle sue scuole. I genitori chiedono di essere rassicurati e di ricevere informazioni trasparenti e tempestive. È giunto il momento che la sicurezza dei bambini aquilani venga messa al primo posto, in modo che le scuole possano tornare ad essere, finalmente, il punto di riferimento sicuro che ogni comunità merita.