
Una figura ieratica, un Bambino benedicente, legno intagliato e dipinto che attraversa i secoli. Dal 24 luglio, un nuovo importante tassello arricchisce il patrimonio del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA) all’Aquila: si tratta della “Madonna col Bambino”, opera trecentesca proveniente dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, che resterà esposta al MuNDA per almeno cinque anni. La presentazione ufficiale è avvenuta nel corso di una cerimonia alla presenza delle autorità e della stampa. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra le due istituzioni museali, sostenuta dalla Direzione generale Musei, e rientra nello spirito del Sistema Museale Nazionale: valorizzare le opere d’arte nel loro contesto di origine, restituendo loro significato e profondità. La “Madonna col Bambino” – una scultura lignea intagliata e dipinta, risalente alla metà del XIV secolo – proviene dal piccolo comune di Nespolo Sabino, al confine tra Lazio e Abruzzo. Assisa su uno scranno, la Vergine tiene il Bambino con il braccio sinistro: un’immagine di spiritualità solenne e intensa, figlia di una tradizione artistica ancora legata ai canoni duecenteschi.


Nel tempo, l’opera ha subito trasformazioni: nel XV secolo furono applicate maschere in cartapesta, per aggiornare le fisionomie al gusto dell’epoca, nascondendo l’espressionismo originale dei volti. Solo nel 1987, grazie a un restauro dell’Istituto Centrale per il Restauro, i volti autentici sono stati riportati alla luce, restituendo all’opera la sua forza originaria. La scultura si inserisce nella tradizione delle Madonne lignee in trono con Bambino, molto diffuse in Abruzzo tra il XIII e il XIV secolo. L’intaglio, la pittura, le forme ieratiche e la forza espressiva sono elementi comuni ad altre opere presenti nella collezione del MuNDA, come quelle provenienti da Santa Maria di Picenze (AQ), Sant’Agostino di Penne (PE) e Pizzoli (AQ). “Questa opera – ha dichiarato Massimo Osanna, Direttore generale Musei – valorizzata nel suo contesto territoriale, rafforza il legame tra patrimonio culturale e identità locali. I musei devono essere reti vive, aperte, accessibili.” Anche Luca Mercuri, direttore ad interim di Castel Sant’Angelo, ha sottolineato come la collaborazione con il MuNDA permetta una lettura più approfondita dell’opera, “rafforzando il dialogo tra opere e territori d’origine.” A chiudere, le parole della direttrice del MuNDA, Federica Zalabra: “Questa collaborazione rientra in un progetto più ampio di condivisione tra musei, che rafforza le funzioni fondamentali del nostro lavoro: conservare, ricercare, comunicare ed educare.” Un’opera che racconta il Medioevo con forza e delicatezza, e che da oggi potrà essere ammirata da cittadini e visitatori nel cuore dell’Aquila. Un viaggio nel tempo e nella devozione, che parla al presente con la voce silenziosa dell’arte.









