
L’Aquila e l’Abruzzo intero si stringono nel dolore per la scomparsa del professor Edoardo Alesse, già rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, docente di Patologia e figura di altissimo profilo umano e scientifico. La notizia, giunta improvvisa, ha profondamente colpito il mondo accademico, istituzionale e culturale, che perde un punto di riferimento autorevole e una voce capace di coniugare rigore, umanità e visione. Numerosi i messaggi di cordoglio.
L’assessore regionale Guido Liris, legato da un rapporto personale e professionale con Alesse, parla della perdita di “un amico vero, un maestro che ha dedicato la vita alla ricerca e alla crescita dell’Ateneo, con equilibrio e sensibilità. L’Aquila perde una figura di rilievo nazionale e internazionale”.
Anche l’assessore comunale Manuela Tursini lo ricorda come “un docente appassionato e uomo di grande umanità, che ha lasciato un segno indelebile nella comunità accademica”.
Per Ezio Rainaldi, presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, “scompare una mente brillante, un uomo che ha creduto nel legame tra università, territorio e imprese, promuovendo sempre il valore della conoscenza come fondamento della collettività”.
Antonella Ballone, presidente della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, sottolinea la sua “capacità di dialogo e dedizione instancabile, che hanno reso l’Ateneo un motore di rinascita e sviluppo”.
Parole commosse anche dall’assessore Ersilia Lancia, che parla di una “figura istituzionale sensibile e sempre pronta al confronto, che mancherà molto alla città”.
Il manager della Asl, Paolo Costanzi, lo definisce “una guida per l’università e per la città”, mentre per Enrico Perilli, presidente dell’Ordine degli Psicologi d’Abruzzo, Alesse è stato “uno scienziato di grande competenza e un uomo di straordinaria empatia, capace di unire la comunità accademica e di creare armonia”.
Anche l’ADSU L’Aquila ricorda “la sua attenzione al diritto allo studio e la collaborazione costante per garantire pari opportunità agli studenti, in particolare ai più fragili”.
Il sottosegretario Luigi D’Eramo parla di “una figura di riferimento per la città e la comunità scientifica”, mentre ANCE Abruzzo e ANCE L’Aquila esprimono gratitudine per “la collaborazione illuminata e la capacità di costruire ponti tra università e mondo delle professioni”.
La deputata Stefania Pezzopane lo definisce “un costruttore di ponti, sempre di buon umore anche di fronte a problemi complessi”.
Messaggi di profonda commozione arrivano anche dalla Soprintendenza dell’Aquila, dagli Uffici Speciali per la Ricostruzione e dalla Lega Abruzzo, che ne sottolineano il profilo umano e istituzionale e la dedizione al territorio.
Accanto alle voci delle istituzioni, si levano quelle della comunità e della politica cittadina.
Sinistra Italiana L’Aquila lo ricorda come “un uomo che sapeva stare in cattedra senza salire sul piedistallo, un rettore con la mano ferma e la parola gentile, un educatore che credeva in un’università aperta, cantiere di futuro e non torre d’avorio. A lui il nostro grazie per aver tenuto alto il nome della città, dell’università e del sapere.” L’Aquila perde oggi una mente lucida e un cuore generoso, un maestro senza posa, che ha saputo insegnare con l’esempio che la conoscenza è un dono da condividere, non un privilegio da custodire. Alla moglie Ippolita, ai figli Ludovica e Giulio, e a tutta la comunità accademica, giunge l’abbraccio commosso di una città che si riconosce nel suo lascito: intelligenza, dialogo e umanità.









