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Dopo l’attentato terroristico del 2015 al Bataclan che causò la morte di molti giovani, l’artista Bansky decise di dipingere a giugno del 2018 un murales sulla porta del locale in segno di lutto per le vittime: una donna velata, dipinta su una delle uscite di sicurezza usate per fuggire durante il concerto finito in tragedia.

Il Bataclan ne denuncia la scomparsa nel gennaio 2019 esprimendo profonda amarezza per un’opera che era simbolo di raccoglimento e che apparteneva a tutti.

Grazie ad un certosino lavoro di collaborazione tra la polizia francese e quella italiana, la porta è stata ritrovata nel teramano in un casolare di campagna occupato da ignari cittadini cinesi, dove al piano di sopra, in una sorta di ripostiglio al piano superiore, era depositata l’opera.

Stamani, nel corso di una conferenza stampa presso l’aula magna del tribunale dell’Aquila, il Procuratore Michele Renzo ha potuto fornire solo pochi dettagli in virtù della riservatezza ma quasi certamente si tratta di un furto con movente economico

“L’attività investigativa – ha precisato il tenente colonnello Mazzotta – è iniziata a marzo, in piena fase 1 Covid 19 e i nostri carabinieri si sono subito attivati con entusiasmo, comprendendo l’importanza dell’esito positivo dell’operazione”.

“Giungano i miei complimenti agli inquirenti e alle forze di polizia, italiane e francesi, che hanno coordinato l’operazione, afferma il sindaco Biondi, ricordando che proprio in questi mesi si è concluso l’iter per l’istituzione nella città dell’Aquila del nucleo Tpc, in attesa della ristrutturazione dell’ex caserma De Amicis

Marinella Bezzu

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