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Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi comunica che il il C.O.C. (centro operativo comunale) non sarà attivato avendo preferito a questo organizzare al meglio l’Unità di crisi.

Il primo cittadino sarà coadiuvato dagli assessori delegati per materia, consiglieri comunali indicati dal Presidente del Consiglio Comunale, oltre al Capo di Gabinetto.

A loro toccherà supportare il sindaco per l’elaborazione di progetti e svolgere funzioni di raccordo politico-burocratiche ed è composto dal Direttore del Dipartimento servizi al cittadino, il dirigente del Settore studi e ricerche Tiziano Amorosi, dal segretario generale Lucio Luzzetti, dal capo di gabinetto, dal Dirigente del settore Aq Progetti speciali Fabio De Paulis, dal responsabile della comunicazione e dal responsabile del servizio di Protezione civile.

Infine  ci saranno i supporti esterni medico e tecnico scientifici: Ettore Lupi, medico chirurgo, Alessandro Ricci, neurochirurgo, Franco Marinangeli, anestesista, Mauro Daniele, medico di medicina generale, Massimo De Santis e Alessandra Curtacci, psicologi dell’emergenza, Stefano Necozione, epidemiologo, Patrizia Masciovecchio, medico legale, Marisa D’Andrea, pediatra di libera scelta, Alfeo Fiore Donati, pneumologo. Tali supporti assistono l’Unità di crisi per le decisioni di carattere medico scientifico, sulle informazione, dati ed evoluzioni dell’epidemia, nonché sulle misure di prevenzione per le scuole e la popolazione in generale.

Intanto lo stesso Biondi mette in atto una strategia di intervento unica provinciale con tanto di protocollo per affrontare e contrastare in materia più efficace l’emergenza della seconda ondata innescata dalla drammatica impennata di contagi da settimane in atto nella provincia dell’Aquila: a questo stanno lavorando i primi cittadini di Sulmona Anna Maria Casini, di Avezzano Giovanni Di Pangrazio e di Castel di Sangro, Angelo Caruso, componenti tutti del comitato ristretto dei sindaci i quali stanno agendo “in collaborazione con i vertici della Asl provinciale”. Sarebbe stato già elaborata una prima bozza vicina alla operatività in un momento nel quale c’è emergenza per la coerenza di posti letto, tamponi e, soprattutto personale. E’ il sindaco dell’Aquila Biondi, presidente del comitato ristretto, a fare il punto. “Secondo me oltre al grande lavoro per reperire posti letto nelle varie strutture ospedaliere, va predisposta ed attuata una strategia unica provinciale insieme agli altri sindaci che va nella direzione di aziendalizzare il piano non sui singoli presidi ma sulla intera provincia. L’Idea portante è un covid hub all’Aquila con gli altri ospedali a supporto e solo per eventuali cure a bassa intensità, fatta eccezione per il reparto di malattie infettive e dell’area grigia dell’ospedale di Avezzano. Ci saranno aree triage, pre triage e osservazione breve. Vista la situazione di emergenza coloro che accedono in ospedale devono essere smistati tra reparti covid e no covid che devono avere percorsi individuali”, spiega ancora Biondi, “anche il personale, il problema principale in questo drammatico momento, sarà razionalizzato e gestito su base provinciale: occorre una strategia aziendale perché ad esempio medici ed infermieri di area critica e terapia intensiva non si possono reperire tra i neo laureati essendo professionisti di alta formazione e specializzazione che quindi devono essere individuati nei pronto soccorso, nelle sale operatorie che saranno ridimensionate con il rinvio di interventi differibili, e nelle altre terapie intensive del territorio”, conclude. Secondo quanto si è appreso, il protocollo è in via di definizione e sarà presentato con il direttore generale della Asl, Roberto Testa.

I nuovi decessi sono stati stati 4, un uomo di Roio, uno di Campotosto, uno dell’Aquila e uno di Fontecchio e ormai la città si attesta sui 50 contagi giornalieri, come rileva il bollettino regionale quotidiano.

Irregolarità in due case di riposo nell’Aquilano e nel Pescarese. Le hanno accertate i Carabinieri del Nas di Pescara, che hanno ispezionato sette strutture – cinque Rsa e due case di riposo a prevalente accoglienza alberghiera – monitorando, d’intesa con i dipartimenti di prevenzione delle Asl, tutti i focolai di Covid-19 in atto, attraverso indagini epidemiologiche e minuziosi accertamenti di polizia giudiziaria.

Il Dante Labs, il laboratorio privato autorizzato, ha attivato delle corsie preferenziali, previa prenotazione, per persone ragazzi o bambini diversamente abili, per donne in stato interessante o persone con particolari difficoltà.

A Scoppito, sono 91 i casi accertati, la maggior parte dei quali riferibili alle RSA. Intanto ci sarebbe un nuovo possibile cluster in una scuola dell’infanzia dell’aquilano dove, dopo una campagna di screening, sarebbero emersi circa 40 casi tra bambini e genitori. Dati che per ora non sono ufficiali perché dovranno essere validati dal servizio prevenzione della ASL.

In questo scenario di grande difficoltà sarebbe più semplice se si coinvolgessero le risorse locali come il Dante Labs o l’Università dell’Aquila che ha competenze (12 professori tra cui il rettore Alesse in quell’ambito) e strumenti per mettersi a disposizione con circa 600 tamponi al giorno. Anche per le vaccinazioni ci sarebbero problemi: le farmacie non ne hanno e molti medici di base non sono riusciti neanche a vaccinare le categorie a rischio perché non ne hanno e, a quanto se ne sa, anche la Asl a Collemaggio sarebbe rimasta sprovvista e costretta a disdire alcuni appuntamenti spostandoli a dicembre, così sostengono alcuni utenti.

Da oggi, martedì 17 novembre, a causa del contagio di un dipendente, all’Ex Onpi di L’Aquila resteranno chiusi per una settimana gli sportelli scelta e revoca del medico ed esenzione ticket ma nel frattempo i servizi saranno assicurati per via telematica. Lo comunica la direzione Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

“In seguito al contagio del dipendente – precisa la direzione Asl – si dovrà procedere al tampone di tutti gli altri operatori che hanno avuto contatti stretti e attendere l’esito degli esami. In considerazione di questi tempi tecnici la riapertura dei 2 sportelli è fissata per lunedì prossimo. Nel frattempo  – conclude la nota – sono state avviate le operazioni di sanificazione di tutto il piano terra per bonificare non solo gli spazi in cui si trovano gli sportelli chiusi al pubblico ma anche le altre aree”.

Altro grande ed importante problema è l’impossibilità di reperire le bombole dell’ossigeno anche per i cittadini. Su questo interviene Silvio Paolucci, capogruppo Pd in Consiglio regionale.

“La Regione risolva il problema della reperibilità delle bombole d’ossigeno per i malati pneumologici che devono fare terapia domiciliare, perché sta diventando un problema serio soprattutto in questo momento, in quanto le farmacie ne sono sempre più sprovviste di bombole e la burocrazia frena l’utilizzo di quelle che gli ospedali non usano più. Il problema della reperibilità delle bombole di ossigeno ci viene segnalato dalle stesse farmacie, oltre che dai pazienti interessati, spesso costretti a girare da territorio in territorio per procurarsele, anche se ci sarebbe una soluzione percorribile. Altrove, ad esempio in Liguria, al fine di assicurare l’accesso a questo farmaco e garantire l’assistenza e le cure di questi malati, gli uffici regionali competenti hanno autorizzato i medici di famiglia a prescrivere, oltre alle bombole, anche l’ossigeno liquido, facoltà limitata fino a oggi agli specialisti ospedalieri. La stessa cosa potrebbe accadere anche in Abruzzo, con una previsione a monte, ci dicono i farmacisti, perché presso i distributori sussistono un numero di bombole da 8.000 litri, si tratta di bombole grandi che sono qualificate come ospedaliere, perché usate quando negli ospedali non c’era l’ossigeno liquido canalizzato come oggi e che oggi restano inutilizzate proprio perché agli ospedali non servono più. La disponibilità però è rimasta limitata dall’utilizzo ospedaliero, cosa che, se potesse essere aggiornata, risolverebbe la penuria che si riscontra oggi e sarebbe di sollievo anche ai tanti per i quali sono vitali. Per arrivare capillarmente a tutti basterebbe autorizzare le farmacie territoriali, anche solo per il periodo emergenziale, alla distribuzione dell’ossigeno liquido, ma soprattutto per le bombole grandi da 40 litri. Si tratta di coinvolgere i servizi territoriali per far dialogare distributori e farmacie, ma resterebbero immutate le modalità di prescrizione e dispensazione dell’ossigeno liquido per gli assistiti affetti da patologie croniche attualmente seguiti dalle strutture di pneumologia che avviene come fornitura diretta del medicinale a fronte di prescrizione dello specialista”, conclude il capogruppo Pd.

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