
SULMONA. Si sceglie la strada del miglioramento sismico per effettuare i lavori sulla sede del Tribunale di Sulmona che, nelle scorse settimane, aveva passato l’esame della vulnerabilità sismica. Dopo lo studio condotto dall’ingegnere pratolano, Vincenzo Zavarella, il Ministero avrebbe optato per migliorare la resistenza sismica del plesso. Per far ciò servono 8 milioni di euro che il governo ora dovrà trovare, probabilmente in collaborazione con il Comune che, sulla carta, è l’ente proprietario dello stabile. Le risultanze dello studio, che erano state depositate lo scorso febbraio, hanno accertato che il presidio di giustizia è “adeguato a sopportare le azioni statiche e non quelle sismiche”. In sostanza è agibile ma, per adeguarlo sismicamente, si rendono necessari alcuni lavori. Due le opzioni: il miglioramento sismico al 60%, che prevede l’impiego di 8 milioni di euro e l’adeguamento sismico al 100% con 12 milioni da tirare fuori. Il Ministero, da quanto si è appreso, sarebbe intenzionato ad imboccare la prima strada. Quello che è certo che lo studio di vulnerabilità non era un espediente per la chiusura del palazzo che, all’esito delle verifiche, risulta agibile. La vera battaglia si giocherà sul fronte istituzionale con la riforma della geografia giudiziaria e al riguardo ci sono speranze. Intanto il Tribunale risulta super sorvegliato con l’implemento delle telecamere di sorveglianza collegate con il monitor posto all’ingresso dell’immobile, monitorato dalle guardie giurate. Lo stesso non può dirsi per la sede del giudice di pace che, ancora in attesa dei lavori , risulta sprovvista perfino del servizio di vigilanza armata. Ciò nonostante il numero importante di cause civili e penali. Nelle ultime settimane la vigilanza nei presidi di legalità è stata fondamentale per gestire le situazioni più delicate, come avvenuto ultimanente quando un 72enne romeno vagava con un machete di 60 centimetri tra le mani. Arma, poi, che era stata brandita contro le guardie del Palazzo di Giustizia, che riuscirono a far desistere l’uomo e a chiamare i carabinieri.