

Non ci sono vizi o irregolarità. Lo ha stabilito la commissione elettorale che ha ammesso le 15 liste elettorali protagoniste della competizione del 25 e 26 maggio. Tutte le liste hanno passato l’esame e nella giornata di oggi si terrà il sorteggio per la posizione che esse ricopriranno nella scheda elettorale. L’ostacolo più impegnativo da superare resta in ogni caso il ‘non voto’, ovvero la percentuale di astensionismo che comincia a salire nella percezione di piazza nel bel mezzo di una campagna elettorale soporifera. Portare gli elettori alle urne sarà la sfida più grande per Luca Tirabassi e il suo centrodestra, Angelo Figorilli (centrosinistra), Catia Puglielli ( polo civico riformista) e la “Metamorfosi” di Nicola Di Ianni. Sono 21.623 i sulmonesi chiamati al voto, 10.260 uomini e 11.363 donne. Il primato dell’età spetta a un’elettrice di 105 anni mentre il più giovane compirà diciotto anni il 25 maggio. Nel 2021, quando era stato eletto il sindaco Gianfranco Di Piero, defenestrato lo scorso 30 dicembre con le dimissioni in blocco di nove consiglieri comunali, erano andati al voto circa 14 mila elettori al primo turno e 11 mila al ballottaggio. Di Piero si era imposto con il 69 per cento delle preferenze sull’ex assessore regionale, Andrea Gerosolimo, che si era fermato al 31 per cento. Alle elezioni del 2016, che videro la vittoria di Annamaria Casini su Bruno Di Masci, nel primo turno l’affluenza degli elettori fu pari al 65.98% e al ballottaggio votò il 48.84%. Per essere eletto al primo turno il candidato sindaco deve ottenere il 50 per cento più uno dei voti validi e in questo caso almeno 7 mila voti, se sarà confermata la stessa affluenza del 2021. L’ultima volta che un sindaco era stato eletto al primo turno risale al 2004 quando Franco La Civita aveva incassato 10 mila preferenze. Dopo la chiusura delle liste, il primo passo per convincere gli elettori ad andare a votare e poi per indirizzare la preferenza verso la propria parte politica sarà sviscerare i programmi. Finora la campagna elettorale è stata in sordina con poche uscite pubbliche e la discussione sui temi ridotta al lumicino. Ci si confronta o ci si scontra a distanza, principalmente su Tribunale e Marelli, i due argomenti che finora hanno dato un minimo di “sale” a questa minestra elettorale che rischia di diventare indigesta per l’uomo di strada.