SULMONA – Non si era rassegnato alla fine della relazione tanto da pedinare e perseguitare la sua ex, rendendole la vita un vero e proprio inferno. Ieri per A.P., 31 enne residente a Castel Di Sangro, è arrivato il conto della giustizia, ovvero una condanna a due anni e sei mesi di reclusione oltre al risarcimento del danno in favore della persona offesa da liquidarsi in separata sede e al pagamento delle spese processuali. Quattro anni d’inferno quelli vissuti dalla giovane vittima, dal 2013 al 2017, scanditi da stalking, molestie, minacce e violenza, consistiti in continui pedinamenti ed aggressioni fisiche e verbali. In particolare il primo novembre 2013 l’imputato avrebbe aggredito la sua ex stringendole la mano destra e provocandole un trauma al terzo dito con una prognosi di dieci giorni. E ancora il 12 febbraio 2017, colpendo ripetutamente la giovane in varie parti del corpo, afferrandola per i capelli e sbattendole il viso contro la portiera dell’autovettura nonchè stringendole le mani al collo, volontariamente le cagionava lesioni personali giudicate guaribili in venti giorni. Inoltre, in quella circostanza, l’imputato si è fatto consegnare con forza il telefono cellulare della giovane. Insomma la donna non era più libera di uscire, nemmeno di andare a lavoro, tant’è che più volte ha chiesto ad amici e conoscenti di farsi accompagnare. Una brutta storia che si è chiusa ieri con la condanna a due anni e sei mesi di reclusione per il 31enne che ora dovrà risarcire in separata sede la sua ex, assistita in giudizio dagli avvocati Aldo e Gaetana Di Ianni. (a.d’.a.)
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