
SULMONA. Non c’è legionella nel quartiere delle abitazioni Ater di via XXV Aprile. Lo hanno stabilito le analisi effettuate dall’Arpa Abruzzo, per conto del servizio igiene e prevenzione della Asl 1, dopo il caso accertato su un 40enne di Sulmona che, lo scorso agosto, era finito nel reparto di rianimazione dopo aver accolto il batterio. I prelievi nell’abitazione del 40enne, in particolare nella cucina e nel bagno, erano stati effettuati nelle scorse settimane dopo la trasmissione del referto ospedaliero al competente servizio dell’azienda sanitaria. L’altro giorno sono arrivati i responsi dal laboratorio: tutti negativi. Nell’abitazione del 40enne non sono quindi presenti batteri di legionella. Ciò vuol dire che il virus è stato contratto altrove. “La negatività dell’ambiente è un dato certo. E’ chiaro che la legionella si può accogliere in vari luoghi, negli alberghi ad esempio o in altri ambienti dove c’è stato ristagno dell’acqua. Il caso comunque viene seguito dai nostri operatori”- afferma il direttore del Siesp provinciale, Enrico Giansante. Intanto le condizioni del 40enne, che era finito in terapia intensiva con febbre e difficoltà respiratorie, sono migliorate. Resta il mistero sulla fonte del contagio. A tirare un respiro di sollievo sono i vertici e tecnici dell’Ater dopo i risultati comunicati dalla Asl. “Sono state effettuate tutte le verifiche del caso da parte degli uffici”- rassicura il presidente, Quirino Antidormi. Nel 2022 si erano registrati altri due contagi da legionella in un’altra palazzina dello stesso quartieri, legati probabilmente alla sostituzione della caldaia. Uno di questi, purtroppo, aveva portato al decesso di Luciana Pantaleo, la parrucchiera di 65 anni, morta a novembre 2022 nel policlinico Umberto I. Per quella vicenda la Procura della Repubblica di Sulmona aveva aperto un’inchiesta, ipotizzando l’omicidio colposo a carico di due tecnici, per poi ritirare le accuse. La famiglia si è opposta e il giudice per le indagini preliminari è chiamato a sciogliere la riserva. L’avvocato Mariella Iommi aveva eccepito lacune nell’indagine epidemiologica sulle tubature.









