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SULMONA – E’ stato ricoverato e curato dall’ospedale dell’Annunziata di Sulmona un 73 enne di Ortona che è risultato positivo alla legionella. Il ricovero si è reso necessario l’altro giorno dopo l’accertamento di otto casi sul versante frentano, ad Ortona, che non hanno nulla a che vedere con la Valle Peligna. Per una questione di spazi e per la differenziazione dei percorsi Covid e no Covid negli ospedali, il 73 enne è stato trasferito al reparto di rianimazione del nosocomio sulmonese, dove è stato preso in carico in un box singolo dall’equipe del reparto diretta dal primario Vincenzo Pace. Da quanto si è appreso l’uomo aveva una serie di problematiche pregresse per cui ha avuto bisogno delle terapie della rianimazione sulmonese che hanno sortito l’effetto sperato. Il paziente è infatti migliorato ed è stato trasferito nel reparto di medicina per completare la degenza. Non è escluso che potrebbe essere già stato dimesso. Anche in passato l’ospedale sulmonese aveva trattato pazienti con legionella, mettendo in campo le migliori professionalità e adottando tutte le misure del caso. Il batterio della legionella si sviluppa per lo più in ambienti acquatici naturali o artificiali, ristagni d’acqua e impianti idrici, come serbatori, tubature e piscine, nonché all’interno di incrostazioni e sedimenti. Va ricordato, però, che le due forme di legionella non si trasmettono da persona a persona. Quella blanda è definita “febbre di Pontiac” e regredisce in genere nel giro di solo 24 ore, senza che la persona colpita dal batterio abbia bisogno di ricorrere alle cure in ospedale. La forma più aggressiva, invece, ha tempi di incubazione, in media, di sei giorni e colpisce soprattutto i polmoni. Per questa forma, la degenza in ospedale varia tra i 7 e i 10 giorni. La legionella, che è causa di tutte le malattie polmonari, nell’ordine del 20%, può essere pericolosa soprattutto per le persone anziane e nei soggetti sottoposti tardivamente a trattamento.

Andrea D’Aurelio

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