
Terzo caso di legionella in tre anni nel quartiere Ater di via XXV Aprile. Si tratta di uomo di circa 40 anni che è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona. Nei giorni scorsi il 40enne ha accusato febbre alta e difficoltà respiratorie. È stato quindi accompagnato dai familiari nel pronto soccorso del presidio ospedaliero peligno dove è stato sottoposto a tutta la filiera degli accertamenti. I medici hanno subito riconosciuto e i sintomi e hanno attivato il protocollo per la legionella. Il 40enne è in prognosi riservata anche se nelle ultime ore ha fatto registrare miglioramenti, soprattutto per quanto concerne la temperatura corporea. Per i sanitari il quadro resta ancora complesso per cui l’uomo rimarrà sotto osservazione. Intanto dai familiari è partita la segnalazione all’ufficio igiene e prevenzione Asl che attende il riscontro ufficiale dall’ospedale prima di procedere a chiedere ulteriori approfondimenti all’Arpa Abruzzo, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Intanto gli uffici Ater si sono attivati per avviare la procedura dello shock termico, la cosiddetta disinfezione che innalza la temperatura dell’acqua a 70-80 gradi per eliminare il batterio che si annida nel ristagno dell’acqua. I successivi accertamenti sono volti anche a verificare dove si è annidato il batterio, se nel lavandino o nella doccia. “L’impianto non è centralizzato. Potrebbe quindi essere una problematica che riguarda il singolo immobile. Il contagio è avvenuto all’interno di una palazzina dove l’Ater non ha la piena proprietà”- chiarisce il presidente, Quirino Antidormi, il quale rimarca che il caso è stato preso in carico. Nel 2022 si erano registrati altri due contagi da legionella in un’altra palazzina dello stesso quartieri, legati probabilmente alla sostituzione della caldaia. Uno di questi, purtroppo, aveva portato al decesso di Luciana Pantaleo, la parrucchiera di 65 anni, morta a novembre 2022 nel policlinico Umberto I. Per quella vicenda la Procura della Repubblica di Sulmona aveva aperto un’inchiesta, ipotizzando l’omicidio colposo a carico di due tecnici, per poi ritirare le accuse. La famiglia si è opposta e il giudice per le indagini preliminari è chiamato a sciogliere la riserva. L’avvocato Mariella Iommo aveva eccepito lacune nell’indagine epidemiologica sulle tubature









