
I medici lo hanno svegliato dal coma indotto dopo il ricorso alla terapia intensiva ma le condizioni del 40enne sulmonese, contagiato da legionella, restano ancora critiche. I medici del reparto di rianimazione continuano a monitorare il quadro clinico, anche alla luce della grave crisi respiratoria che l’uomo aveva accusato nei giorni scorsi. La prognosi resta riservata. Intanto i residenti della zona riarmano la protesta e nelle prossime ore depositeranno un esposto alla Procura della Repubblica affinché la magistratura apra una nuova indagine. “Ci siamo attivati con l’Ater affinché vengano effettuati sopralluoghi e verifiche mirate e con la Procura per avviare un accertamento sulle problematiche delle tubature più volte segnalate ma anche sulle condizioni di agibilità e abitabilità”- interviene Alessandro Ferrini, a nome dei residenti della zona. Il comitato nei giorni scorsi aveva anche presentato una petizione in Procura con centinaia di firme in calce. Atto finito anche sul tavolo delle forze dell’ordine. Non è la prima volta che il quartiere Ater di via XXV Aprile fa i conti con la legionella. Nel 2022 furono registrati altri due casi in una palazzina vicina, legati probabilmente alla sostituzione della caldaia. Uno di essi ebbe esito tragico: la parrucchiera Luciana Pantaleo, 65 anni, perse la vita nel policlinico Umberto I di Roma. Per quella vicenda la Procura di Sulmona aprì un’inchiesta ipotizzando l’omicidio colposo a carico di due tecnici per poi ritirare le accuse ma i familiari della vittima si sono opposti: la decisione ora spetta al giudice per le indagini preliminari. Ad eccepire possibili lacune nell’indagine epidemiologica sulle tubature era stata l’avvocata dei familiari, Mariella Iommi. Indagine che la Asl ripeterà nei prossimi giorni dopo il nuovo caso accertato, chiedendo i dovuti approfondimenti all’Arpa Abruzzo









