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Vorrei partire dal post del Professor Franco Marinangeli, primario reparto anestesia e rianimazione dell’Aquila.

“Non bisogna richiudere tutto, bisogna prevenire con moderazione e buon senso: nella incertezza legata al virus, l’unica certezza è che se ci comportiamo bene i contagi non aumentano. Non è grave e difficile mettere la mascherina e mantenere le distanze. Il mio caso e quanto sta accadendo in Italia sono la dimostrazione che il virus gira e che non è per niente remoto il rischio di contagio”.

Il dottor Marinangeli dal giorno di ferragosto è in isolamento fiduciario a casa per essere entrato in contatto, sette giorni prima, con una donna aquilana, figlia di un paziente cronico che era andato a visitare il 7 agosto per la terapia del dolore, risultata positiva al tampone. Il test era stato effettuato per sintomi, come febbre e mal di gola, che non erano stati ricondotti inizialmente al covid. Il professore è stato raggiunto dalla notizia mentre pranzava con parenti e amici il giorno di ferragosto “mi sono tirato subito indietro con la sedia e sono andata a fare il tampone”: è risultato negativo al primo, ora dovrà stare a casa fino al 21 agosto, giorno del secondo. Se risulterà negativo, potrà tornare al lavoro. “Sto bene ma non è per niente bella la sensazione quella degli arresti domiciliari – spiega ancora dopo aver reso pubblica la sua situazione in un post su Fb -. Non dobbiamo ricadere nella emergenza di quattro mesi fa, gli anestesisti e gli infermieri nel frattempo non si sono moltiplicati ed i problemi non si risolvono certo con la disponibilità di ventilatori e respiratori. Sono preoccupato perché non c’è attenzione: ad esempio, non ci sono state misure adeguate per controllare gli italiani di ritorno dalla vacanze all’estero, sta succedendo qualcosa di anomalo e lo riscontro anche sentendo i miei colleghi. La figlia del mio paziente non frequentava discoteche e conduceva una vita controllata per via delle condizioni del padre, di conseguenza in casa entrano medici infermieri e persone. Non si sa quindi dove avrebbe contratto il virus, potrebbe essere stato anche al supermercato. Non possiamo permetterci di riconvertire ancora una volta gli ospedali se dovessero riesplodere i contagi. Ci sarebbero conseguenze terribili visto che stiamo cercando di riorganizzarci dopo mesi di ritardi, di blocco di visite ed esami per le malattie gravi diverse dal covid. Bisogna capire che i portatori sono sani e chi paga sono i fragili”, conclude l’anestesista.

Il Professor Marinangeli ha piena ragione, il virus potrebbe essere ovunque e dove meno ce lo aspettiamo. Ma sembra che questo non ci interessi proprio. Si resta attoniti dinanzi alla tanta indifferenza delle amministrazioni locali. Un tempo Sulmona sarebbe stata “zona rossa”, ora invece pare si sia pronti per accogliere lo Street Food per le vie del centro cittadino!! Il DPCM impone l’obbligo delle mascherine dalle ore 18; non se ne vede alcun effetto. Possibile che abbiamo già dimenticato tutto? Gli applausi della gente affacciata ai balconi, le migliaia di “andrà tutto bene”, le cantate, le sonate, tutto per sentirsi meno soli durante quei mesi spettrali e in cui solo le cifre vagavano nel silenzio delle città. Abbiamo già dimenticato i camion con le bare? Abbiamo già dimenticato i morti “senza dignità” ed in piena solitudine? E abbiamo dimenticato gli infermieri “eroi”?? O credete davvero ancora alla barzelletta dei porti aperti?

Non è allarmismo, non è terrorismo psicologico, è un invito a tenere alta la guardia, ad evitare feste, festicciole e festini che tanto se ne avrà tempo; ad utilizzare le mascherine non solo perchè è d’obbligo ma perchè “rispettoso”.

A restare un pò di più in casa, anche se fa caldo. L’estate passerà…..ma qualcosa resterà!!!!

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