
Finisce in Procura la lettera discriminatoria contro la casa famiglia di via Gorizia. Un esposto è stato predisposto dal gestore, Andrea Marino, intenzionato a sottoporre il contenuto della lettera alla magistratura per risalire agli autori anonimi. La richiesta infatti di sfrattare gli ospiti perché ritenuti responsabili degli ultimi episodi violenti ha suscitato numerose reazioni. Inoltre, nella lettera, l’integrazione viene derubricata alla sola valorizzazione della manodopera. Un’iniziativa legale che punta a porre un freno a considerazioni frettolose, approssimitive e talvolta razziste. Intanto la casa famiglia ha provveduto a risalire la proprietaria della vettura che, nel mese scorso, era stata danneggiata con un pugno da un minore della struttura. La donna, compresa la situazione, non ha sporto alcuna denuncia. Sui social intanto è partita la controffensiva con tanto di hashtag #nonamionome. ‘Ieri mattina, uscendo di casa, ho trovato dei fogli attaccati sul portone del palazzo in cui vivo da più di venticinque anni. Incuriosita, gli ho dato uno sguardo e immediatamente ho provato un senso di vergogna, di pochezza, di meschinità e di profonda delusione. Non mi nascondo e non voglio nascondermi dietro l’anonimato e, con la condivisione di questo articolo, vorrei sottolineare che in questo quartiere fortunatamente non siamo tutti così”- si legge in uno dei post









