banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner

SULMONA. Dopo lo scioglimento del consiglio comunale e la conclusione anticipata della sua amministrazione, l’ex sindaco, Gianfranco Di Piero tira i remi in barca sulla crisi politica e sulle responsabilità personali, buttando un occhio anche sul futuro di Sulmona. Si dice sereno Di Piero, pronto a tornare alla vita di tutti i giorni, non senza amarezza per l’epilogo della crisi. Di seguito l’intervista rilasciata al quotidiano Il Centro

Sindaco, nove consiglieri comunali staccano la spina, si aspettava questo epilogo? Sì, era nell’aria. La mossa del 23 dicembre lasciava già intuire un tentativo di promuovere lo scioglimento del consiglio. Tuttavia, mi aspettavo che ci fosse un dibattito in assise civica, un confronto pubblico che invece non c’è stato. La scelta dei nove consiglieri è arrivata improvvisa, e, sebbene con il venir meno del consigliere Petrella si sapesse che la situazione era critica, non mi aspettavo che accadesse proprio oggi.

Lei non si è dimesso e ha detto ai consiglieri di assumersi le proprie responsabilità. Lei invece ha qualche responsabilità? Certamente. Ho commesso errori, come quello di formare una coalizione in fretta e furia, il che ha portato a scelte poco ponderate. Ad esempio, non si candidano mai marito e moglie nella stessa lista. Inoltre, alcune promesse di lealtà si sono rivelate sbagliate e illusorie. Tuttavia, ho sempre portato avanti una gestione non clientelare, e forse proprio questo ha creato difficoltà. Ho chiesto ai consiglieri di assumersi le proprie responsabilità perché è importante capire il peso delle proprie azioni e scelte.

Il consigliere Petrella è stato prima elemento di salvataggio e poi di rottura. Quali sono stati i motivi che hanno indotto i civici a riprendersi il “loro” consigliere? Solo il tempo potrà chiarire i motivi del suo abbandono. Ritengo però che dietro ci fosse un disegno preciso per arrivare allo scioglimento anticipato del consiglio, proprio mentre l’amministrazione stava raccogliendo risultati importanti. Petrella ha lasciato senza spiegazioni chiare, in modo ingeneroso, e questo ha contribuito alla crisi.

Qualcuno ha tramato. Che cosa direbbe a Gerosolimo oggi se lo incontrasse? Non ho mai manifestato avversione nei suoi confronti, né fatto scelte contro di lui. Gli direi che questa città ha bisogno di armonia, di costruire qualcosa di solido, senza vendette personali e senza personalismi. Solo così Sulmona può avere prospettive per il futuro.

Finisce un’era ma va costruito un nuovo progetto politico. Gianfranco Di Piero si ricandiderà? Per ora mi prenderò un periodo di riposo. Ho bisogno di riflettere e valutare il futuro, ma non escludo nulla. Ciò che è certo è che Sulmona necessita di un progetto politico forte, coeso e orientato al bene della comunità.

Quale azione o provvedimento è stato più gratificante per lei e la città? Che Comune lascia? La riapertura del liceo classico è stato un risultato straordinario, atteso da tutta la comunità. È stato per me un motivo di grande orgoglio perché rappresenta il cuore culturale della città. Anche la trasformazione del canile, da una gestione illegale a un modello che renderà Sulmona un esempio in Abruzzo, è stata molto significativa. Inoltre, il lavoro sulla sanità e sui servizi ambulatoriali, così come la valorizzazione della lingua latina, mi hanno dato grande soddisfazione. Lascio un Comune che ha bisogno di essere ristrutturato, ma che può contare su personale di alta qualità. Restano ancora molte cose da fare: dalla sanità alla realizzazione della palazzina per i servizi ambulatoriali, fino al completamento del tavolo Marelli, che riguarda i posti di lavoro di tanti padri di famiglia. Sono aspetti fondamentali che avrebbero meritato maggiore continuità e attenzione.”

Lascia un commento